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Legge elettorale, Bindi: ''Senza parità di genere mi riservo di non votarla''

10 marzo 2014 | 09.33
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Legge elettorale, Bindi: ''Senza parità di genere mi riservo di non votarla''

La parità di genere "è un principio non negoziabile e irrinunciabile . Se non c'è io mi riservo di non partecipare al voto". Lo sottolinea la deputata del Pd, Rosy Bindi, in un'intervista al "Corriere della Sera". "Abbiamo accettato le larghe intese e strane maggioranze solo per cambiare la legge elettorale e il bicameralismo perfetto. Se non si fanno non ha senso la legislatura e men che meno, ha senso il governo". Bindi propone di "correggere lo sbarramento e le liste bloccate. E visto che Schifani e Finocchiaro hanno detto che al Senato non faranno i notai della riforma, affidiamo a loro la responsabilità di rivedere liste bloccate e soglie di sbarramento". Riguardo poi alle possibili obiezioni di Berlusconi, la parlamentare Pd conclude: "come è stato disponibile a fare alcuni cambiamenti, così dovrà riflettere anche su questi aspetti. D'altronde anche noi siamo disposti a rinunciare a qualcosa per un disegno più ampio, il superamento del bicameralismo e la riforma del regionalismo. Ne va del significato stesso della legislatura e anche del futuro del governo".

Legge elettorale, Quagliariello: ''Senato può migliorare la legge sulle quote rosa''

La legge elettorale si può migliorare e il Senato farà la propria parte. Lo puntualizza, in un'intervista al "Messaggero", l'ex ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello secondo cui è positivo che si stia facendo la riforma solo per la parte riguardante l'elezione dei deputati. "Questo -aggiunge l'esponente del Ncd- impone di varare al più presto la riforma costituzionale del Senato. Anzi, riterrei opportuno che il nuovo bicameralismo venga approvato, almeno in prima lettura, prima del varo definitivo della nuova legge elettorale. Sarebbe un bel segnale". "Di quote rosa -dice Quagliariello- si discute da 30 anni. Ritengo che una disposizione a tempo possa aiutare la società a cambiare senza rigidità permanenti che diverrebbero illiberali". Sulle modifiche da apportare, Quagliariello segnala la necessità di un "più equo il meccanismo di assegnazione dei seggi per i partiti piccoli e medi". Occorre intervenire anche sul meccanismo delle soglie che, così come è stato pensato, è "troppo complicato. La mia proposta è semplificare: una soglia che valga per tutti, indipendentemente dal fatto che si sia omeno in coalizione. Che poi sia il 4, il 4,5 o il 5%, lo si potrà decidere in Senato", conclude Quagliariello.

Governo, Toti: ''Renzi lo aspettiamo al 'Mercoledì da leoni'''

Matteo Renzi "lo aspettiamo fra tre giorni, al Mercoledì da leoni, quando i nodi arriveranno al pettine". Lo sottolinea Giovanni Toti che in un'intervista al "Giornale" ricorda i prossimi decisivi appuntamenti del governo, atteso fra due giorni alla prova del fuoco in aula alla Camera, sulla riforma della legge elettorale e sul job act. La prima, afferma il consigliere politico di Berlusconi, "è il frutto di un patto tra diverse forze politiche e si modifica solo se sono tutti d'accordo. Oggi alla Camera verificheremo ufficialmente se qualcuno proporrà modifiche e le valuteremo con il consueto senso di responsabilità". Come sciogliere il nodo delle quote rosa? "Penso che in linea di principio sarebbe meglio fossero gli elettori a scegliere chi eleggere senza vincoli, a seconda di merito e capacità. Detto questo, il tema non ci spaventavisto che Berlusconi è stato il primo a portare al governo una delegazione femminile corposa, giovane e preparata. L'importante è che il dibattito in corso sulla parità di genere non diventi un escamotage per rimettere in discussione l'accordo sulla legge elettorale nel suo complesso, perché è chiaro che - seppure per nobili ragioni - non si può ridiscutere ogni giorno un'intesa frutto di equilibri delicati". Toti interviene infine sui rapporti tra Fi e Ncd, contrassegnati nelle ultime settimane dalle polemiche e dagli scontri personali. "Quando qualcuno ha un problema cerca di individuare un nemico. E Alfano che ha una seria difficoltà strategica sta alzando i toni. Prima Casini e poi Fini, tutti quelli che si sono sganciati da Berlusconisi sono poi spinti su una china pericolosa per cercare di restare al centro del dibattito. Penso che Alfano farebbe bene adabbassare i toni e a relazionarsi con noi, come un partito che, alla stregua del suo, milita nel Ppe".

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