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Farmaceutica: l'Ad, fra genericiste e Big Pharma spazio per medie imprese

25 marzo 2015 | 13.50
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Farmaceutica: l'Ad, fra genericiste e Big Pharma  spazio per medie imprese

"Le aziende farmaceutiche si dividono in genericiste e Big Pharma. Ma noi riteniamo che ci sia uno spazio all'interno di questa grande gamma, in cui si può cercare di costruire prodotti con del valore aggiunto per i medici, ma soprattutto per i pazienti". A spiegarlo all'Adnkronos Salute è l'amministratore delegato di Therabel Gn Pharma, Roberto Palmieri.

Il gruppo Therabel, multinazionale europea con 350 dipendenti e un fatturato di circa 120 milioni di euro, dal 1997 ha un'affiliata a Milano, nata dall'acquisizione di GiEnne Pharma, uno spin off del gruppo Basf. "Ci siamo sviluppati - evidenzia Palmieri - con la commercializzazione di nuovi prodotti, ma soprattutto consolidando la presenza in settori specialistici come quello cardiovascolare, dolore e oncologico dove, rimanendo aperti a nuove collaborazioni, ci è riconosciuta dal mercato una competenza specifica".

La filiale milanese è dunque una realtà medio-piccola, che impiega un centinaio di persone, ha un fatturato di 25 milioni di euro, vende oltre 5 milioni l'anno di confezioni di farmaci e si pone comunque tra le prime 75 industrie farmaceutiche in Italia. "La qualità delle persone che lavorano in questa azienda - fa notare l'Ad - è la sua caratteristica principale, perché tutti hanno un'attitudine particolare che è l'imprenditorialità, e su questo l'azionista ha costruito. Questo non solo ci ha permesso di assorbire le turbolenze del mercato, ma ha consentito di mantenere quella dimensione umana della nostra struttura".

Therabel GN Pharma ha stretto partnership con importanti gruppi internazionali, come Gebro Pharma per la commercializzazione di un farmaco antiinfiammatorio, con Abbott nel campo gastrointestinale e a livello europeo con Onyx, per la commercializzazione di un antifungino che sfrutta una tecnologia molto innovativa. Inoltre, nel campo dei farmaci antialdosteronici, grazie anche alla realizzazione di ricerche cliniche innovative, rappresenta un punto di riferimento per l’intero settore cardiologico.

"Tuttavia - spiega l'amministratore delegato - non possiamo nascondere i problemi che attraversa il comparto farmaceutico nel nostro Paese: una redditività messa a dura prova da tetti di spesa inadeguati alla crescita della domanda di salute nel nostro Paese con prezzi dei medicinali tra i più bassi d'Europa. Un sistema che ha vissuto su paradigmi oggi non più sostenibili. E' necessario rivedere il sistema di funding nella farmaceutica, che da due anni costringe le imprese a clawback fuori da ogni logica di mercato e garantire stabilità normativa nel medio periodo che consenta alle imprese di poter pianificare gli investimenti. Da questo ultimo punto di vista apprezziamo lo sforzo di questo Governo e del ministro della Salute in particolare che, a differenza di altri che lo hanno preceduto, lavora su logiche di ampio respiro per il rilancio di questo settore così strategico per il nostro Paese".

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