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Farmaceutica: Palmieri (Therabel), con dati certificati aziende 'case di vetro'

08 giugno 2015 | 13.51
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L'Ad, da controllo ente accreditato è emersa correttezza al 97%, anche grazie a tecnologie

Farmaceutica: Palmieri (Therabel), con dati certificati aziende 'case di vetro'

"Abbiamo sempre pensato che un'azienda farmaceutica dovesse essere simile a una 'casa di vetro': trasparenza prima di tutto. Quindi, in un processo di revisione di tutte le policy, abbiamo inserito qualcosa di un po' avanguardistico, perché non è un obbligo legale, sul quale abbiamo però pensato fosse il caso di partire con un certo anticipo": la certificazione della correttezza dei dati dei medici contenuti negli archivi dell'azienda Therabel Gn Pharma, come racconta all'Adnkronos Salute l'amministratore delegato, Roberto Palmieri.

"Attraverso una società esterna - spiega - abbiamo certificato i dati di tutti i nostri interlocutori. Visitiamo medici specialistici, cardiologi, ortopedici, oncologi e siamo arrivati al risultato del 97% di correttezza delle informazioni raccolte". Trasparenza prima di tutto, dunque, secondo il manager: "Abbiamo iniziato questo percorso anni fa attraverso la costituzione di un modello organizzativo in linea con la 231/01 e lo abbiamo tenuto costantemente aggiornato. E in questo è entrato anche il discorso della certificazione e c'è una sensibilizzazione notevole su questo tema. Devo dire che la dimensione dell'azienda aiuta, in Italia siamo un centinaio di persone, e aiuta anche la tecnologia: abbiamo proceduto con un 'upgrade' tecnologico l'anno scorso e tutti i dipendenti, in particolare gli informatori scientifici del farmaco, sono dotati di iPad. Ma è una filosofia che continua da anni con risultati apprezzabili".

"Per il trattamento dei dati - approfondisce - ci sono due fasi. La prima è quella legata alla privacy e all'autorizzazione al trattamento, e la seconda è la certificazione: abbiamo nomi e cognomi dei medici che andiamo a visitare, ma dobbiamo sapere innanzitutto che siano effettivamente medici, e poi che i dati siano corretti. Non possiamo farlo noi, per cui abbiamo dato incarico a una società terza, che entra nei nostri archivi, verifica tutto il processo con cui lavoriamo e tutte le informazioni che abbiamo nei nostri file. E poi misura la correttezza: noi siamo alla ricerca dell'eccellenza e arrivare al 97% è stato motivo d'orgoglio, significa che tutte le persone che lavorano hanno la capacità di essere trasparenti".

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