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Poste Italiane debutta a Piazza Affari, oggi via al collocamento

12 ottobre 2015 | 09.06
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Caio: "Passaggio necessario"

Milano, 12 ott. (Adnkronos) - Oggi Poste Italiane debutta a Piazza Affari con il lancio del collocamento. La scelta di quotarsi "ha un significato economico, ma anche per il Paese", ha detto Francesco Caio, amministratore delegato e direttore generale del gruppo, durante l'evento di presentazione di avvio dell'offerta pubblica di vendita di Poste Italiane.

Il passaggio verso la Borsa "è un passaggio di trasparenza, un passaggio che crea valore per i cittadini", ma è anche un passo, secondo l'ad Caio "necessario". Quella di Poste Italiane ricorda "è l'Ipo piu grande d'Europa e garantire un buon passaggio significa garantire un futuro sostenibile per le persone di Poste". La scelta dunque di approdare a Piazza Affari si colloca all'interno di "una politica industriale di ammodernamento del Paese".

La quotazione in Borsa delle Poste italiane è "un passaggio necessario per garantire la sostenibilità di lungo termine a questa azienda, che è un pezzo dell'Italia", aggiunge.

"Abbiamo aperto oggi il road-show, chiuderemo il road-show il 22 ottobre" mentre "il 26-27 ottobre ipotizziamo l'apertura della contrattazione del titolo in Borsa", replica a chi gli chiede quali saranno i tempi del debutto del gruppo a Piazza Affari.

L'ad di Poste Italiane conferma il piano di 8mila assunzioni in cinque anni. Numeri contenuti nel piano strategico del gruppo che oggi, a Piazza Affari a Milano, ha presentato l'avvio dell'offerta pubblica di vendita di Poste Italiane.

RENZI: ORA RISPONDERA' A MERCATO - "Poste Italiane va in Borsa: quella che decenni fa era l'azienda conservatrice più corporativa e succube della politica, risponderà agli azionisti e al mercato", ha scritto il premier Matteo Renzi su Facebook.

VIA AL COLLOCAMENTO - Sul mercato andrà fino ad un massimo del 34,7% del capitale, che salirà al 38,2% (498,3 milioni di azioni) se il Tesoro eserciterà integralmente l'opzione greenshoe prevista. La valorizzazione del capitale della società è stata fissata tra un minimo non vincolante di 7,837 miliardi di euro e un massimo vincolante di 9,796 miliardi. La forchetta prevista è quindi tra i 6 e i 7,5 euro per azione con un valore indicativo dell'operazione tra i 2,7 e i 3,7 miliardi.

Della quota di azioni che andrà sul mercato, il 70% è riservato agli investitori istituzionali e il restante 30% al mercato retail, compresa una tranche di 14,9 milioni di azioni riservate ai dipendenti ai quali saranno garantiti due lotti da 50 azioni l'uno che potranno acquistare chiedendo un anticipo suol Tfr. Poste Italiane, inoltre, premierà la 'fedeltà' di chi acquisirà azioni al collocamento e le terrà per almeno un anno con una bonus share del 5% (una azione gratuita ogni venti) che salirà al 10% (una azione gratuita ogni dieci) per i lotti riservati ai dipendenti.

Il modello di privatizzazione, negli obiettivi del Tesoro, "assicurerà la presenza di un azionariato diffuso e la stabilità dell'assetto azionario, anche tenendo conto del servizio di pubblica utilità che Poste Italiane svolge e dei piani di investimento, sviluppo e innovazione digitale che l'azienda ha avviato".

Si tratta, ha spiegato via Venti settembre nei giorni scorsi, "di una operazione fondamentale del programma di privatizzazioni del Governo, che ha l'obiettivo di rafforzare la società, rendere più efficienti i servizi resi ai cittadini, potenziare il mercato dei capitali e reperire risorse finanziarie da destinare alla riduzione del debito".

L'agenzia di rating Fitch ha sottolineato che la privatizzazione di Poste Italiane non dovrebbe avere impatti sul rating della società avendo una "importanza strategica per il governo italiano" che per questo, spiega l'agenzia di rating, anche dopo la vendita delle sue quote manterrà "un elevato grado di controllo e supervisore".

Poste Italia conta su 142mila dipendenti, con una rete capillare di 13mila uffici postali sparsi lungo tutta la penisola. La società gestisce 50 milioni di operazioni al giorno. Inoltre sono 6,2 milioni i conti correnti postali e due milioni i correntisti on line con un totale di 469 miliardi di euro di risparmio gestito. Poste Italiane ha chiuso i primi sei mesi del 2015 con ricavi totali per 16 miliardi di euro (+7%), e un utile netto di 435 milioni contro i 222 dello stesso periodo 2014.

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