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Epidemia di bimbi con il mal gola, come riconoscere i tipi di faringite

17 febbraio 2016 | 16.23
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Epidemia di bimbi con il mal gola, come riconoscere i tipi di faringite

Gola in fiamme, tosse, febbre, mancanza di appetito, dolore. Moltissimi bambini sono vittime del mal di gola, un classico di stagione. Ma non tutte le forme sono uguali. "Si deve distinguere la rinofaringite, provocata dai virus e che perciò non richiede terapia antibiotica, dalla tonsillofaringite, provocata dai batteri, soprattutto dallo streptococco betaemolitico di gruppo A". Parola del pediatra di Milano Italo Farnetani, che spiega all'AdnKronos Salute come identificare le diverse forme. "La presenza di quattro sintomi, tosse, raffreddore, raucedine e congiuntivite, indicano che la causa è un virus: non servono gli antibiotici. L'assenza di questi sintomi e l'osservazione nel fondo della gola di petecchie, piccole chiazze di colore più rosso rispetto al tessuto della gola, associate a febbre superiore a 38,5°C, indicano che la faringite è provocata dallo streptococco betaemolitico di gruppo A".

Faringite è l'infiammazione della gola e di tutte le strutture che contiene perciò corde vocali, adenoidi, tonsille. Il mal di gola si chiama anche angina, dalla parola greca angor che vuol dire dolore; infatti il sintomo-guida della faringite è il "senso di costrizione dolorosa delle fauci", cioè il dolore alla gola. La faringite "è la malattia più frequente che presentano i bambini, infatti il maggior numero di agenti infettivi in circolazione, in questo caso virus e batteri, si trasmettono da una persona all'altra attraverso l'aria che respiriamo ed è naturale che il primo incontro con l'organismo avvenga proprio alla gola, che è una struttura ben difesa, proprio perché è il primo baluardo dell'organismo", spiega Farnetani.

Quando arrivano gli agenti infettivi l'organismo li ferma appena può, cioè in gola, e viene ingaggiata una battaglia fra i nemici, cioè i virus o i batteri e i 'soldatini' dell'organismo, cioè i globuli bianchi e gli anticorpi. E lo scontro avverrà proprio nella gola che, come avviene dopo una partita di calcio, si arrosserà per la conseguenza del surriscaldamento dovuto alla lotta. "I genitori perciò si devono aspettare che il bambino ogni tanto abbia la gola rossa: spesso se ne accorgono perché gli viene la febbre o la tosse, altre volte il bambino può mangiare un po' meno, infatti ogni volta che deglutisce il cibo passa dalla gola arrossata e determina dolore. Si può avere solo la febbre, ma in molti casi non si ha nessun sintomo".

Nella maggioranza dei casi il mal di gola è provocato dai virus, "non servono gli antibiotici: guarisce da solo, senza dover assumere nessun tipo di medicina, salvo al massimo i prodotti contenenti paracetamolo per abbassare la febbre o alleviare il dolore. I genitori, invece, hanno una grandissima paura del mal di gola, anzi per molti questo termine ha un suono sinistro, perché hanno sentito dire che dalla gola sono partite delle infezioni che hanno danneggiato, in modo grave, il cuore o i reni: per questo - testimonia il pediatra - molti vivono ogni mal di gola del figlio con paura e ansia, che però è ingiustificata. I genitori fanno riferimento alle infezioni dovute allo streptococco betaemolitico di gruppo A, che è un batterio che, effettivamente, può danneggiare il cuore e i reni. Ma oggi, grazie agli antibiotici, queste temibili complicanze sono estremamente rare. Comunque, seguendo il nostro percorso, riusciamo a capire quando servono gli antibiotici, che devono essere prescritti dal medico, oppure se sono inutili".

"Se il bambino, oltre al dolore alla gola, presenta anche uno solo di sintomi come tosse e/o raffreddore e/o voce rauca, si tratta di un virus. Se il bambino non ha nessuno dei tre sintomi precedenti e la febbre è superiore a 38,5°C, è probabile che si tratti di una infezione batterica. L'intensità o meno del dolore non ha nessun significato. La presenza di placche bianche nella gola non ha nessun significato: si tratta della normale secrezione mucosa della gola e delle vie respiratorie, che si accumula, preferibilmente, nelle tonsille che hanno un aspetto a materasso. Molti genitori hanno paura delle 'placche' perché si ricordano di racconti drammatici legati alla difterite, ma tale malattia per fortuna non esiste più grazie alla vaccinazione. L'unico aspetto della gola che può essere utile riguarda la presenza di piccole chiazze (scientificamente si chiamano petecchie) di alcuni millimetri di diametro. Chi riesce a vedere tali chiazze, di colore più rosso rispetto al resto della gola, può riferire questa osservazione al medico il quale valuterà se prescrivere gli antibiotici o meno".

In caso di mal di gola può verificarsi un'infiammazione dell'orecchio con dolore e transitoria diminuzione dell'udito. Il sintomo sempre più evidente è il dolore all'orecchio. E' un sintomo che si associa spesso alla faringite, perché la gola comunica con l'orecchio tramite un piccolo canale (il condotto di Eustachio) attraverso cui passano virus e batteri trasmettendo l'infezione e l'infiammazione all'orecchio medio. Alcuni virus (soprattutto gli adenovirus) possono provocare, oltre al mal di gola, anche la congiuntivite che può essere a carico anche di un solo occhio. E' presente anche abbondante lacrimazione. In questa forma che si chiama febbre faringo-congiuntivale avremo inoltre febbre elevata per 4-5 giorni e linfonodi ingrossati e dolenti localizzati sotto la mandibola, davanti e sotto l'orecchio dalla parte dell'occhio con la congiuntivite. Talvolta il dolore alla gola è piuttosto modesto e può passare inosservato, mentre la congiuntivite può essere fastidiosa, allora è bene ricordarsi dell'esistenza della febbre faringo-congiuntivale. Statisticamente abbiamo un interessamento degli occhi o dell'interno della bocca nel 10% di tutti i casi di faringite. E i linfonodi? "Potranno essere: ingrossati, duri, dolenti, nelle zone pressappoco intorno alla gola, cioè sul collo, intorno all'orecchio, sulla nuca, sotto la mandibola".

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