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Lucia, cacciatrice di gemme per Bulgari: "Ecco come scovo le più preziose"

15 aprile 2017 | 08.00
LETTURA: 5 minuti

di Federica Mochi

"A volte mi definisco come un pittore con i suoi colori: gioco con le pietre, creo forme diverse. E' un lavoro molto creativo, di grande pazienza ma anche di grande soddisfazione. Riesco a instaurare una sorta di relazione con la pietra, ho bisogno di toccarla, giocarci e capire come può essere utilizzata. Una pietra non è mai inanimata ma qualcosa che trasmette un'emozione, una sensazione". Quando parla di gemme, Lucia Silvestri, da oltre 35 anni direttore creativo di Bulgari, non ha dubbi. Per lei sono molto più di un oggetto prezioso. E' lei che per la storica maison di gioielli va a caccia per il mondo alla ricerca delle gemme più pregiate. Quelle che di lì a breve finiranno al collo delle signore più ricche del pianeta.

Da New York allo Sri Lanka, passando per Ginevra, Hong Kong e Bangkok - i principali mercati delle gemme - Lucia viaggia per scovare lo zaffiro cabochon, gli smeraldi, i rubini, le acquamarine, le tormaline e le ametiste. "Il principale lavoro, prima delle creatività è quello di cercare le pietre. Nel mio caso vado in giro per il mondo con una squadra di buyer che lavora con me - racconta - Viaggio per capire cosa si trova e come utilizzare le pietre in una 'Bulgari maniera'. L'abbinamento dei nostri colori è sempre un po' diverso rispetto a quello che si trova in genere dagli altri competitors".

Sul suo tavolo, ricoperto da un tappeto di gemme colorate, in un luminosissimo ufficio che si affaccia sul Tevere, Lucia si diletta a dare vita alle collezioni più esclusive. Pietre uniche che irradiano un'energia senza pari. La stessa che sembra animare Lucia ogni volta che fa scorrere tre le dita una tormalina o il suo sguardo si sofferma su uno zaffiro. "Anche il rumore che fanno è molto importante perché non si tratta di rumore ma di un suono - spiega - questo è un tavolo energizzante, credo molto nell'energia di queste pietre per il semplice fatto che sono così ricche di colore, che vengono dalla Terra". Il suo 'gioco' nel realizzare una collezione inizia dalle tavolette di cera, che servono per realizzare il bozzetto iniziale che darà poi forma e corpo agli orecchini, alla collana o alla spilla Bulgari. "Sono tavolette che consentono di vedere l'effetto della pietra - racconta la creativa - si possono muovere e capire come apparirà la pietra sul gioiello. Una volta impostate, ho bisogno del designer che crei un link di diamanti e oro tra le pietre. E' un grande lavoro di team".

Una professione che Lucia svolge con cura, perizia e grande passione e che può richiedere mesi di tempo prima di poter arrivare al gioiello finale: "Il processo è piuttosto lungo, si acquista una pietra perché è rara, si mette da parte, ma poi il progetto può cambiare e allora può essere usata per fare altro. Spesso con le pietre rare aspettiamo di essere sicuri per fare qualcosa di classico o creativo". Fondamentale che tutto si svolga Roma, città che ha dato i natali alla maison, oggi nel portafoglio del colosso francese del lusso Lvmh. "E' molto importante essere qui con tutte le pietre che trovo in giro per il mondo, su questo tavolo, a Roma - afferma Lucia - Questa città è di grande ispirazione, sempre, è importantissimo confrontarsi con i colori di Roma, con la storia della città. Qui ho le pietre che vengono da tutto il mondo, da Jaipur a New York, però in un contesto molto confortevole che è quello romano, quello del brand".

Entrata giovanissima in azienda "ho iniziato che avevo 19 anni per caso, sostituendo una signora in maternità", Lucia doveva fermarsi solo quattro mesi, ma spiega che ormai "sono più di 35 anni che lavoro qui". E se è vero, che le pietre sono un po' l'anima del gioiello Bulgari, Lucia ne è senza ombra di dubbio il cuore. A prenderla sotto la loro ala, più di tre decenni fa, racconta, furono Paolo e Nicola Bulgari: "Loro hanno influito tantissimo nel mio percorso, sono i miei maestri - chiosa - Mi hanno insegnato tutto, come acquistare, come giudicare e valutare una pietra, anche per gli abbinamenti di colore devo moltissimo a loro. Sono stata fortunata, loro hanno riconosciuto in me questa capacità e affinità di lavorare con le pietre, un'affinità di lavoro e condivisione per queste gemme".

Unica donna a fare questo mestiere, il suo ruolo è un po' sui generis nel mondo dei gioielli: "Io mi occupo sia di acquisti sia di creatività - spiega - quindi posso seguire il processo creativo dall'acquisto della pietra fino alla fine. Il fatto che io sia una donna è importante, per la parte più dura, quella della negoziazione e della ricerca dei materiali, solitamente è molto maschile, e difficilmente si trova una donna che a questo livello abbia la possibilità di comprare e 'trattare' le pietre". Ma come fa a capire quando una pietra è quella giusta? Oltre alle caratteristiche qualitative come colore, taglio e purezza, Lucia spiega che devono possedere caratteristiche va vanno al di là di quelle classiche, "Si tratta di pietre che hanno una storia dietro, che non sono necessariamente perfette" ma che comunque hanno "quel quid che fa sì che diventino interessanti non so solo perché belle ma perché hanno una personalità".

E a chi sogna di intraprendere lo stesso lavoro, Lucia suggerisce di seguire sempre la passione: "Io mi sono appassionata e ho lasciato gli studi che facevo in Biologia per seguire questa mia inclinazione - conclude - ma sempre con i piedi per terra. Assecondavo la mia passione ma avevo delle concretezze, c'erano delle persone, nel mio caso i fratelli Bulgari, che mi potevano seguire. La passione va seguita, ma restando sempre con i piedi per terra. E' un lavoro bellissimo, lo faccio da così tanto tempo e non mi sono ancora stancata".

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