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Governo, Pirani (Uiltec): "Serve competenza, no a slogan"

17 maggio 2018 | 10.59
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"Quello di cui siamo convinti è che il cambiamento non può essere uno slogan come vorrebbe essere la 'terza Repubblica', ma è un percorso da affrontare con lucidità, realismo, competenza e volontà di dialogo". Così, sulla situazione politica attuale, è intervenuto Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, dal palco del congresso nazionale del sindacato di categoria, alla stazione marittima di Napoli.

"È vero: siamo usciti -ha spiegato Pirani- da una recessione terribile i cui guasti ci appaiono, ora che ce ne siamo allontanati imboccando la strada in salita della ripresa, sempre più nitidi. E le cifre ci dicono che il ritorno ai livelli precedenti al 2008 è ancora un traguardo da conquistare su più versanti provocando nei settori sociali più provati una percezione di insicurezza e di sfiducia che nessun ottimismo di maniera è riuscito a superare. L’eredità di questa lunga crisi ha influito profondamente nel recente voto politico, figlio non solo di errori che vengono da lontano, ma anche dell’acuirsi delle diseguaglianze sociali".

Secondo il leader sindacale, "il dopo-crisi ha marcato ancor più profondamente la distanza fra le aree del Paese, ha alimentato la precarietà di cui non sarà comunque facile sbarazzarci".

"Come meravigliarsi allora -aggiunge ancora Pirani- se un diffuso sentimento della protesta occultato in una lunga implosione sia alla fine esploso nelle elezioni politiche? Quella protesta non è stato un brutto sogno ed è ancora presente nel complicato periodo del dopo voto, che ha impedito il ritorno a una governabilità degna di questo nome".

Per Pirani, "lo scontro fra i contendenti politici e la confusione politica cui assistiamo non è la conseguenza dei contorcimenti di una drammatica transizione, ma segnala la presenza di un problema assai più delicato, che, se non corretto tempestivamente, potrebbe diventare pericolosamente destabilizzante". Sembra, infatti, emergere una questione di assetto democratico: tutto sta precipitando contemporaneamente, tutto è messo in discussione", ha detto.

In conclusione, per Pirani, "se, come è stato, buona parte degli elettori italiani hanno chiesto con il voto un mutamento di rotta sostanziale, sarebbe azzardato immaginare che abbiano voluto infilarsi in una terra di nessuno: l’Italia non vuole avventure, vuole una prospettiva di sviluppo economico e civile; le avventure non pagano, ma si pagano".

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