Nella Pa ci sono "aspetti tragici ed eccellenze. La sua caratteristica è l'eterogeneità". Su questo tema si è soffermata il ministro della Pa Giulia Bongiorno intervenendo alla VI Relazione sulla qualità dei servizi pubblici del Cnel che si è svolta alla Camera spiegando come le difficoltà ad applicare leggi uguali per tutti in un territorio come l'Italia con pubbliche amministrazioni molto diverse tra loro significhi che "il problema non viene dalla legge, ma dalla diversa risposta alla legge". E questo significherà per Giulia Bongiorno che "ci saranno norme che scriverò con il bisturi".
Tanto che "alla fine del mio mandato non ci sarà la riforma Bongiorno, - ha ribadito - vorrei essere ricordata come colei chi si è voluta far carico di applicare finalmente una serie di norme straordinariamente belle che esistono. Alla fine non ci sarà l'ennesima riforma epocale inutile che non mi interessa. E questa penso sia una sfida dei prossimi legislatori della Pa".
Argomentando poi le sue intenzioni, la Bongiorno ha detto che "non esisterà la riforma Bongiorno perché sarei travolta da un'altra riforma ineluttabile che ci sarà: da 6, 7 anni i Tg parlano di una grande rivoluzione digitale ma in realtà succede poco e nulla. Questa è l'operazione verità che intendo fare come ministro, non è vero che la digitalizzazione è dietro angolo. La rivoluzione c'è, ed è già una rivoluzione avere iniziato ma non si riesce a fare in pochi mesi o in un anno. La mia digitalizzazione deve essere inclusiva, ragionevole e credibile", ha concluso lanciando un appello a ricevere contributi di idee e iniziative. Appello a cui ha risposto prontamente il presidente del Cnel Tiziano Treu.