Quaranta persone da 13 giorni sono bloccate a bordo della petroliera tunisina Sarost 5 che le ha soccorse in mare il 16 luglio scorso. I migranti erano partiti l’11 luglio dalla Libia e da 5 giorni erano alla deriva su un peschereccio in avaria senza acqua né cibo quando sono stati tratti in salvo. Ma da allora per loro l’odissea non è più finita. La Sarost 5 non ha trovato nessun porto che accettasse di far sbarcare i naufraghi: Italia, Malta, Francia e Tunisia hanno detto no. “Il capitano – riferisce InfoMigrants che segue minuto per minuto l’evolversi della situazione - non vuole nessun aiuto esterno ma chiede solo una soluzione”. Intanto a E Medici Senza Frontiere lancia l’ennesimo appello su Twitter: “I viveri scarseggiano e a bordo ci sono persone vulnerabili, tra cui due donne incinte e un ferito. Continuiamo a chiedere sbarco immediato in un #portosicuro”