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Pakistan: spopola 'Burka Avenger', eroina velata contro polio ed estremismo

24 ottobre 2014 | 13.30
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Pakistan: spopola 'Burka Avenger', eroina velata contro polio ed estremismo

E' una sorta di Malala Yousafzai in chiave manga l'eroina di un cartoon che è diventato un vero e proprio cult in Pakistan. Come la vincitrice del premio Nobel per la pace, anche 'Burka Avenger', questo il nome del personaggio, si batte contro la chiusura di una scuola per ragazze. Nella sua vita normale, la giovane Jiya è una mite insegnate. Ma quando il perfido Baba Bandook cerca di chiudere la sua scuola, un po' come si ripropongono di fare i Talebani con gli istituti femminili del paese, si avvolge in un lungo burqa nero e ricorre alla sua inaspettata abilità con le arti marziali.

I creatori del cartoon in lingua urdu lavorano alla seconda serie, dopo i successi della prima, che è stata premiata a livello internazionale con premi come il Peabody Award e una nomination all'International Emmy. E intanto hanno prodotto una puntata speciale per la Giormata Mondiale contro la Poliomielite, che ricorre oggi. La malattia è molto diffusa in Pakistan, paese impegnato in una campagna di vaccinazione alla quale si oppongono i Talebani. Nel cartoon il problema è presto risolto da Burka Avenger, che fa arrivare i vaccini a chi ne ha bisogno.

Uno dei creatori della serie è la popolare popstar pakistana Aaron Haroon Rashid, noto semplicemente come Haroon. Appassionato fan di Batman, ha voluto creare una serie il cui stile ricorda quello del celebre fumetto americano, ma in chiave marcatamente pakistana. Sono del tutto pakistani i problemi di vita quotidiana con cui Burka Avenger si confronta. E sono pakistani anche i paesaggi e il contesto urbano in cui l'eroina agisce, in una fantomatica Halwapur.

Islam è sullo sfondo, burqa serve solo a nascondere identità del personaggio

I riferimenti religiosi non hanno invece un valore preponderante nella storia. Il burqa nero che la protagonista indossa è solo un costume che le permette di non farsi riconoscere e nella vita quotidiana la giovane maestra non indossa il velo islamico e va in giro a capo scoperto. "Siamo riusciti a far trasmettere la puntata speciale sulla polio su otto tv pakistane", ha raccontato Haroon al sito 'Dawn', spiegando che il suo obiettivo è appassionare i giovani spettatori facendoli immedesimare nel personaggio.

Così, in ogni puntata Jiya indossa il suo burqa per affrontare problemi che i bambini - e soprattutto le bambine - del Pakistan conoscono bene, come ad esempio la discriminazione di genere o la disabilità. "Temi semplici abbastanza - ha spiegato Ahmer Naqvi - da permettere ai bambini di afferrare il concetto senza doverci rimuginare troppo".

Il Pakistan, con il suo carico di problemi di sicurezza e di estremismo, è un paese che di spunti ne offre a bizzeffe. "Qui - ha spiegato Haroon - non si può fare intrattenimento per il semplice amore dell'intrattenimento. Ci deve essere sempre un messaggio".

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