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15 anni fa la distruzione talebana dei Buddha di Bamyan, appelli per il restauro

10 marzo 2016 | 10.36
LETTURA: 3 minuti

(Da Wikipedia)
(Da Wikipedia)

Sono trascorsi 15 anni da quando, nel 2001, i Talebani afghani distrussero con la dinamite i monumentali Buddha di Bamyan, due enormi statue alte 55 e 33 metri scolpite nella pietra a 230 chilometri da Kabul. Uno dei crimini più odiosi contro uno dei Patrimoni dell'Umanità dichiarati dall'Unesco di cui si sono macchiati i Talebani sotto la guida del Mullah Omar, che considerava ''simboli pagani'' quelle rappresentazioni di inestimabile valore. Rispondendo alla denuncia globale per la distruzione dei Buddha, i Talebani risposero che l'azione era stata decisa per protestare contro l'attenzione che la comunità internazionale dimostrava per le statue mentre il popolo afghano soffriva la fame.

Per ricordare i Buddha, oggi attivisti della società civili e rappresentanti del mondo della cultura afghano sono giunti a Bamyan per rendere omaggio a quelle che erano una rappresentazione fondamentale della scuola Gandhara dell'arte buddhista dell'Asia centrale.

''La loro distruzione è stata una grande perdita per la cultura e la storia dell'Afghanistan'', ha detto il portavoce del Dipartimento per la Cultura e l'Informazione del governo di Kabul, Ahmad Hussain Ahmadpoor, all'agenzia di stampa Pajhwok. Enormi gli sforzi compiuti per la loro ricostruzione ma senza risultati soddisfacenti, sostiene il funzionario, che lamenta le scarse iniziative a proposito.

L'attivista Mohammad Hussain Anwari definisce la distruzione dei Buddha di Bamyan come un tradimento per gli afghani e accusa i Talebani di aver seguito istruzioni provenienti dal Pakistan per danneggiare l'industria del turismo dell'Afghanistan. Anwari ha quindi chiesto alla comunità internazionale, all'Unesco e al governo di Kabul di avere come priorità la ricostruzione delle statue.

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