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Mo: 18mila case distrutte a Gaza, servono 7,8 mld per ricostruzione

12 settembre 2014 | 14.31
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Mo: 18mila case distrutte a Gaza, servono 7,8 mld per ricostruzione

Diciottomila case distrutte, oltre ad almeno tre condomini di 14 piani, strade, scuole, ponti, cliniche, ma soprattutto il parziale blocco della centrale elettrica. Sono questi i danni causati dai cinquanta giorni di guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza e sono questi i parametri di una sfida, quella per la ricostruzione dell'enclave palestinese, che suona alquanto ardua considerato anche l'embargo a cui è sottoposta dal 2007. Per ricostruire Gaza, infatti, sarebbero necessari miliardi di dollari, ma andrebbero anche superati i limiti imposti da Israele sull'importazione di materiale edile, le diatribe politiche interne tra Hamas e Fatah e andrebbe proseguito il flusso di aiuti alla popolazione.

L'Autorità nazionale palestinese la scorsa settimana ha detto che per i lavori a Gaza sono necessari 7,8 miliardi di dollari, due volte e mezzo il prodotto interno lordo dell'enclave palestinese, compresi 2,4 miliardi di dollari per il ripristino delle abitazioni e 250 milioni di dollari per l'energia. Per l'economista di Gaza Maher al-Tabbaa basterebbero invece cinque miliardi di dollari. In ogni caso i donatori internazionali che si riuniranno al Cairo il prossimo 12 ottobre, tra cui anche Unione Europa, Turchia e Qatar, sono coscienti che la ricostruzione di Gaza sarà assai costosa. Ma secondo Faisal Abu Shahla, esponente di al-Fatah a Gaza, ''i donatori stanno aspettando che un governo di unità nazionale (tra Fatah e Hamas, ndr) assuma la responsabilità di Gaza'', mentre i fornitori di ''materiale da costruzione aspettano che un governo di unità supervisioni i valichi''.

Economista, serviranno 10mila tonnellate di cemento al giorno per sei mesi

Il lavoro più importante riguarderà la ricostruzione della centrale elettrica di Gaza, che se prima della guerra produceva meno del cinquanta per cento della sua capacità potenziale, ora ha una produzione limitata al sei per cento. C'è poi la necessità di rimuovere le macerie, per i quali è stato stimato un investimento di 18 milioni di dollari. Ma a Gaza serve anche un assistenza alimentare, farmaceutica, scolastica e per lo sviluppo agricolo. Il milione e 800 mila persone che vi vivono, con una crescita di circa 50mila persone l'anno, dipende moltissimo dai donatori internazionali, anche perché il tasso di disoccupazione è ora attestato al 40 per cento.

Inoltre, come spiega il ministro palestinese per l'Edilizia Mufeed al-Hasyna, alle case distrutte ne vanno aggiunte 40mila seriamente danneggiate, oltre a 200 moschee. Per questo, è necessario del materiale, ovvero cemento, barre di ferro, travi in ​​legno, acciaio, lastre di vetro e attrezzature per la costruzione. Per anni, la maggior parte del cemento usato a Gaza è stato acquistato dalla ditta Nesher, che controlla circa l'85 per cento del mercato israeliano. ''Serviranno 10mila tonnellate di cemento al giorno per sei mesi'', spiega al-Tabbaa, spiegando che non c'è altra scelta se non quella di usare prodotti israeliani.

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