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Iran: atteso boom turismo, gruppo francese apre 2 hotel a Teheran

16 settembre 2015 | 13.43
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Dopo firma accordo su nucleare iniziata corsa agli investimenti

Una moschea nella 'città santa' di Qom
Una moschea nella 'città santa' di Qom

Due hotel delle note catene Ibis e Novotel, di proprietà del gruppo francese Accor, apriranno il prossimo mese nei pressi dell'aeroporto internazionale di Teheran. L'ennesimo segnale - fanno notare gli esperti - che l'Iran, dopo la firma dell'accordo sul nucleare, è sempre più il nuovo 'Eldorado' per gli investitori, attirati da un vasto mercato sostanzialmente 'vergine' a causa dell'isolamento del Paese.

"I nostri marchi stanno guardando all'enorme potenziale di crescita che c'è in questo Paese, dove vivono 80 milioni di persone e che ha un'economia in espansione", ha commentato il ceo di Accor, Sebastien Bazin, citato dal quotidiano Guardian.

La notizia dell'apertura imminente dei due nuovi hotel consolida il processo di riavvicinamento in corso tra la Repubblica islamica e l'Occidente, frutto della storica intesa raggiunta il 14 luglio a Vienna. L'accordo ha aperto la strada agli investimenti europei, anche se bisognerà attendere ancora per la revoca delle sanzioni che hanno soffocato l'economia iraniana.

La Francia è in prima fila in questa corsa agli investimenti: dopo la firma dell'accordo tra la Accor e il gruppo iraniano Aria Ziggurat, nei prossimi mesi sono attese missioni a Teheran di alti dirigenti delle principali aziende francesi, dalla Peugeot alla Total.

Il ritorno delle grandi catene alberghiere internazionali rompe l'isolamento iraniano degli ultimi 10 anni, gran parte dei quali vissuti sotto la guida del presidente ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad. L'elezione nel 2013 del moderato Hassan Rohani ha impresso una svolta a livello internazionale dal punto di vista politico e, di conseguenza, economico.

Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, come conferma anche Jonny Bealby, fondatore del tour operator britannico Wild Frontiers, che ha sottolineato come sia stato 'costretto' ad incrementare l'offerta sull'Iran a causa della grande domanda, che ha subito un'ulteriore impennata dopo la riapertura dell'ambasciata britannica a Teheran. Lo stesso Foreign Office ha contribuito al boom revocando lo 'sconsiglio' di viaggiare in alcune zone della Repubblica islamica.

"Uno dei problemi più grandi con il quale dovremo fare i conti il prossimo anno è capire se le infrastrutture del paese reggeranno l'urto di quella che probabilmente sarà una grande ondata di turisti", ha aggiunto Bealby, secondo il quale "ogni nuovo hotel che viene aperto è una cosa buona per il turismo in Iran".

E in effetti il settore turistico della Repubblica islamica appare molto indietro rispetto agli standard internazionali. Il livello dei servizi e degli hotel, in particolare, non è stato sviluppato significativamente dagli anni Ottanta. "Ma i nostri turisti capiscono che stanno andando in Iran, sanno che è stato isolato per 30 anni e per questo non si aspettano servizi di grande qualità e hotel da sogno, ma penso che col tempo tutto ciò inizierà a cambiare", ha spiegato Bealby.

Gli obiettivi dell'Iran nel settore turistico sono molto ambiziosi. Mina Mehdinia, organizzatrice della convention della Federazione mondiale delle associazioni guide turistiche in programma a Teheran nel 2017 evidenzia come l'Iran punti ad attrarre 20 milioni di turisti all'anno a partire dal 2025. "L'Iran - afferma - sta provando a diventare una nuova destinazione turistica a livello mondiale. Vorremmo sfruttare questa convention per presentare l'Iran all'esterno come un Paese molto sicuro da visitare. Speriamo che il nostro turismo possa ricevere una forte spinta".

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