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Siria: il dramma dei profughi in Libano, tra stupri e suicidi

11 luglio 2014 | 17.31
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Siria: il dramma dei profughi in Libano, tra stupri e suicidi

I profughi siriani in Libano vivono in una condizione di grave disagio, in cui suicidi e violenza sessuale sono una costante. E' quanto emerge da un rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, intitolato 'Analisi della situazione dei giovani in Libano colpiti dalla crisi siriana', presentato oggi in un hotel di Beirut. Secondo il rapporto, il 41% dei giovani siriani in Libano, così come dei libanesi che vivono nelle zone che ospitano i profughi ha pensieri di suicidio e il 53% non si sente al sicuro.

La situazione si fa più grave per le giovani rifugiate, per le quali la molestia o lo sfruttamento sessuale sono all'ordine del giorno. "Quelle che non sono assertive o sottomesse a richieste inopportune di 'favori' non sono autorizzate a riposare o non ricevono acqua potabile mentre lavorano, a volte per più di 15 ore consecutive", ha spiegato Ross Mountain, coordinatore umanitario Onu in Libano, citando la testimonianza di alcune rifugiate.

La crisi umanitaria ha prodotto nelle zone del Libano dove è più forte la presenza di profughi siriani fenomeni collaterali come abbandono scolastico o matrimoni combinati in cambio di denaro o anche solo di cibo. La situazione è aggravata dal fatto che il 66% delle donne rifugiate di età compresa tra i 15 e i 18 anni non ha alcuna conoscenza dei metodi di contraccezione e quindi il tasso di natalità è altissimo. In totale, il 46% dei profughi non ha conoscenza della contraccezione. I profughi siriani in Libano sono oltre un milione e 185mila hanno i 15 e i 24 anni.

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