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Siria: Stato islamico apre 'agenzia matrimoniale' per jihadisti

29 luglio 2014 | 13.41
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Siria: Stato islamico apre 'agenzia matrimoniale' per jihadisti

E' una vera e propria agenzia matrimoniale quella che i militanti dello Stato islamico hanno aperto ad al-Bab, nella provincia siriana di Aleppo. Il target è molto preciso e forse un po' di nicchia: solo giovani donne vergini o vedove desiderose di sposare uno dei jihadisti che imperversano dalla Siria all'Iraq.

Come riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, che citano testimoni sul posto, i gestori di questo "ufficio matrimoni" invitano le aspiranti mogli di terroristi a inviare nome e indirizzo, così "i combattenti dello Stato islamico andranno a bussare alla loro porta e chiederanno ufficialmente di sposarle".

Per dare un tocco di romanticismo al tutto, i jihadisti avrebbero anche creato agenzie specializzate in lune di miele. La scorsa settimana, la tv satellitare al-Arabiya riferiva infatti di autobus che due volte alla settimana conducono le giovani coppie in varie zone del 'califfato' proclamato dallo Stato islamico, facendo la spola tra la provincia siriana di Raqqa e quella irachena dell'Anbar. A riprova dell'autenticità della notizia, l'emittente mostrava le foto dei pulmini, con tanto di logo dello Stato islamico sulle fiancate e sul cofano.

La creazione dell'agenzia matrimoniale è un nuovo sviluppo di una vicenda iniziata con un appello dello Stato islamico, una decina di giorni fa, a "offrire le donne non sposate" ai "fratelli mujaheddin". L'appello è stato diffuso nella provincia irachena di Ninive, in un comunicato in cui si chiedeva alle donne di "fare la loro parte nel jihad al-nikah" (letteralmente il jihad matrimoniale) dandosi in spose ai combattenti, e si avvertiva che chi farà resistenza sarà punito in base alla sharia.

Il comunicato conferma una pratica che è stata denunciata più volte nei mesi scorsi, soprattutto in Siria. Molti media hanno parlato di donne inviate da vari paesi arabi, soprattutto dalla Tunisia, a partecipare al 'jihad del sesso', che in genere prevede brevi contratti di matrimonio tra i jihadisti e le ragazze.

Anche il governo tunisino ha ammesso l'esistenza del fenomeno. Lo scorso anno, il ministro degli Interni di Tunisi, Lotfi Bin Jeddou, spiegò in parlamento che molte giovani tunisine "vengono 'usate' da 20, 30 o 100 ribelli, prima di tornare in patria con il frutto di questi contatti sessuali in nome del jihad del sesso".

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