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Iraq: Comitato internazionale Croce Rossa, terribile situazione umanitaria

16 agosto 2014 | 17.40
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Iraq: Comitato internazionale Croce Rossa, terribile situazione umanitaria

Una "terribile situazione umanitaria" in un Paese in cui tutta la "situazione è molto complessa". A parlare da Baghdad è Saleh Dabbakeh, un portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) in Iraq, rientrato da pochi giorni dalla zona di Khanek, nell'area di Dohuk.

In un colloquio telefonico con Aki - Adnkronos International, Dabbakeh riferisce di una "situazione molto difficile, con sfollati che hanno trovato rifugio ovunque, in vecchie scuole, sotto ai ponti", negli scheletri di edifici che hanno solo qualche colonna e un muro. Gli sfollati in tutto l'Iraq, ha ricordato, sono più di un milione. E continuano ad aumentare.

Centinaia di migliaia di persone sono fuggite dai combattimenti nella provincia di Ninive, da Sinjar e da altre aree nei pressi delle città di Mosul, Dohuk e Kirkuk. In alcuni casi si tratta di minoranze religiose, come nel caso dei cristiani e degli yazidi in fuga, ma ci sono anche intere famiglie di sunniti e sciiti che sono arrivate nelle zone di Dohuk e Khanek in cerca di rifugio.

"A Khanek vivevano 65mila persone, ora ci sono almeno 90mila sfollati e continueranno ad arrivarne altri", dice Dabbakeh. In questo centro abitato, dove si sono rifugiati molti yazidi di Sinjar, il Cicr ha distribuito "cibo a un migliaio di famiglie, circa seimila persone, e altri aiuti a circa duemila famiglie".

A questa gente, afferma, "serve tutto perché è fuggita senza nulla", serve il sapone come servono i materassi o gli asciugamani. Gli aiuti non si fermano a Khanek e i progetti per la distribuzione riguardano anche altre aree, come Dohuk e Diyala.

In questa "terribile situazione umanitaria", Dabbekh sottolinea il contributo della popolazione irachena, delle "comunità in cui si sono rifugiati gli sfollati, comunità che hanno dato un grande aiuto". "Molti hanno aperto le porte delle loro case agli sfollati. Ho visto famiglie - racconta - che ospitano nei loro piccoli appartamenti altre due o tre famiglie".

Il Cicr, che lavora anche in collaborazione con altre organizzazioni, si occupa tra l'altro della distribuzione di acqua. "L'elettricità è un problema e quando l'elettricità è un problema l'acqua diventa un problema e anche gestire un ospedale diventa un problema", osserva il portavoce del Cicr, che distribuisce aiuti alle strutture sanitarie.

Da inizio anno in Iraq il Cicr ha fornito aiuti alimentari e altri aiuti essenziali a oltre 200mila persone in fuga dai combattimenti con progetti di distribuzione nelle aree di Anbar, Baghdad, Diyala, Kerbala, Najaf, Babilonia, Al Qadissiya, Salah al-Din, Kirkuk, Dohuk, Sulamaniyah e Nineveh.

Con lo scoppio dei combattimenti nell'area di Sinjar e in altre zone nei pressi di Mosul, Dohuk e Kirkuk e con centinaia di migliaia di sfollati, lo staff del Cicr ha avviato la distribuzione di aiuti nelle zone di Hawija e Rania, oltre che a Khanek.

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