cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 19:05
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Iraq: Israele, Is controlla 60 pozzi di petrolio nel 'califfato'

18 settembre 2014 | 12.00
LETTURA: 3 minuti

Iraq: Israele, Is controlla 60 pozzi di petrolio nel 'califfato'

I jihadisti dello Stato islamico (Is) hanno accumulato enormi risorse economiche e, nei territori in cui si sono insediati, tra Iraq e Siria, controllano circa 60 pozzi di petrolio attivi. Lo ha rivelato una fonte militare israeliana al quotidiano Haaretz. A condizione di anonimato, la fonte ha precisato che questi giacimenti portano all'Is guadagni che vanno da tre a sei milioni di dollari al giorno.

Oltre che con la vendita del greggio, l'Is si finanzia con varie attività illecite, dai riscatti per gli ostaggi ai furti, alle estorsioni. Sempre secondo la fonte di Haaretz, lo Stato islamico conta oggi circa 30mila militanti attivi e queste cifre sono destinate ad aumentare, visto l'alto numero di organizzazioni minori che quotidianamente gli giurano fedeltà.

L'ufficiale israeliano ha ammesso che Israele fornisce informazioni di intelligence sull'Is agli Stati Uniti, confermando quanto emerso nei giorni scorsi sui media internazionali in merito alla fornitura a Washington di immagini satellitari e altro materiale. La fonte si è detta certa, tuttavia, che al momento Israele non sia un obiettivo per l'Is, che comunque è una minaccia che "va presa sul serio".

Il greggio passa per la Turchia, che da poco ha rafforzato i controlli su confine Siria

Il contrabbando di petrolio è la principale forma di finanziamento dell'Is. Secondo Luay al-Khateeb, esperto del Brookings Doha Center, i jihadisti producono 100mila barili di greggio al giorno, più o meno come il Sudan. Secondo il Washington Post, per diverso tempo la Turchia, paese da cui transiterebbe il greggio dei jihadisti, ha chiuso un occhio su questo traffico illecito.

All'inizio, infatti, i giacimenti erano nelle mani dei ribelli dell'Esercito siriano libero - gruppo armato anti-Assad appoggiato da Ankara - ma anche dopo che i pozzi sono finiti nelle mani dell'Is, a lungo Ankara non ha adottato misure decise per sradicare il fenomeno.

La pressione della comunità internazionale, che punta a prosciugare le fonti principali di introito dei jihadisti, ha tuttavia cambiato le carte in tavola, spingendo anche le autorità turche a fare la loro parte. Secondo l'esercito di Ankara, nelle ultime due settimane i militari hanno sequestrato 13.400 litri di combustibile al confine con la Siria.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza