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Tunisia: Salim Bouazizi, sacrificio mio fratello ha dato speranza ai giovani

25 novembre 2014 | 15.03
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Tunisia: Salim Bouazizi, sacrificio mio fratello ha dato speranza ai giovani

Il suicidio di Mohamed Bouazizi, il giovane commerciante ambulante che il 17 dicembre del 2010 si è dato fuoco davanti alla sede del governatorato di Sidi Bouzid in Tunisia, ''non è stato vano'' in quanto ha rappresentato ''un faro di speranza per i tunisini e per i giovani del mondo arabo''. E' così che lo vuole ricordare il fratello Salim a quasi quattro anni dall'inizio di quella che è stata ribattezzata la Rivoluzione dei Gelsomini e che ha aperto la strada alle primavere arabe.

In un'intervista rilasciata ad Aki - Adnkronos International, l'artigiano, 34 anni, afferma che ''la rivoluzione tunisina è riuscita ad aprire uno spazio per la libertà di espressione, mentre non è riuscita a realizzare le richieste dei giovani, specialmente per quanto riguarda i posti di lavoro o lo sviluppo delle zone emarginate della Tunisia. Il sacrificio di mio fratello minore non è andato perso. Ha dato ai tunisini e a tutti i popoli arabi un faro di speranza e ha fatto tremare i troni di tanti leader e presidenti''.

Salim critica invece i partiti della cosidetta troika, ovvero Ennahda, il Congresso per la Repubblica ed Ettakatol, che hanno guidato la fase transitoria in Tunisia e che ''hanno creato divisioni politiche, ideologiche, dogmatiche e religiose. Divisioni che hanno fatto perdere alla Tunisia tante occasioni e hanno impedito ai giovani che hanno guidato la rivoluzione di raccogliere i frutti dei loro sforzi''.

L'uomo afferma quindi che la regione Sidi Bouzid, da dove è partita la scintilla della rivoluzione, non ha perso il suo ardore, come invece hanno fatto i partiti al governo, che man mano hanno abbandonato la retta via proposta dai giovani della rivoluzione. E' per questo, dice, che Ennahda, il Congresso per la Repubblica ed Ettakatol hanno perso popolarità nelle ultime elezioni parlamentari del 26 ottobre. Ennaha in particolare, dice, ha ''tradito gli obiettivi della rivoluzione, incitato alla violenza e creato divisioni tra la gente''.

Parlando della sua famiglia, Salim dice che ''mia mamma sta ancora piangendo la perdita del figlio che si è sacrificato per la patria e nulla potrà ripagare il suo dolore''. A proposito delle vittime della Rivoluzione tunisina, l'artigiano afferma che ''le famiglie dei martiri della rivoluzione vogliono solo sapere chi ha ucciso i loro figli. Finora le sentenze dei tribunali tunisini sono state a favore degli assassini dei giovani, ma queste vittime non saranno mai dimenticate, su tutti mio fratello. Continueremo la lotta fino a quando tutti gli assassini verranno consegnati alla giustizia'', promette.

Salim ha quindi sottolineato la differenza ''del popolo tunisino rispetto al resto del mondo arabo'', dove poi è continuata la spinta rivoluzionaria, sottolineando il suo carattere ''pacifista, aperto, contrario alla violenza, istruito''. Ma ''i sogni dei giovani tunisini sono stati rubati dai potenti dopo che i loro partiti hanno fatto false promesse'', dice. La speranza è ora riposta nella ''Costituzione'', che possa ''avverare le ambizioni dei tunisini e le speranze delle famiglie dei nostri martiri''.

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