L'attivista pakistana Malala Yousafzai, che due giorni fa a Oslo ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace, stia attenta a non dare soldi a Hamas. E' quanto scrive l'attivista palestinese per i diritti umani e analista politico Bassem Eid, che in una ''lettera aperta a Malala'' le chiede di mantenete la sua promessa di donare i soldi ricevuti in premio ai bambini della Striscia di Gaza. L'enclave palestinese, che quest'estate è stata teatro di 51 giorni di guerra tra Israele e il movimento radicale palestinese, è governata da Hamas. Che, sottolinea l'attivista, ''agisce in base ai principi delll'Islam radicale e non ai principi delle Nazioni Unite''.
Congratulandosi con Malala ''per il tuo coraggio e per non aver avuto paura dell'Islam radicale nel suo Paese'', Eid dice di aver ''apprezzato la decisione di devolvere i soldi del Premio ai bambini dei rifugiati palestinesi a Gaza, perché loro hanno davvero bisogno del tuo aiuto''. Tuttavia, scrive, ''ti devo avvisare che se vuoi fare questa donazione, per favore falla di persona e non attraverso l'Unrwa'', l'Agenzia delle Nazioni Unire che si occupa dei rifugiati palestinesi. Secondo l'attivista i fondi inviati all'Unrwa finiscono ''nelle mani dell'Islam radicale'' e ''i bambini rifugiati palestinesi non ne beneficeranno''.
Eid invita poi Malala ''personalmente a casa mia a Gerusalemme'', spiegando che è pronto a ''organizzare per te un viaggio a Gaza per incontrare gli studenti in modo che tu possa dare personalmente il tuo dono ai bambini che hanno bisogno del tuo aiuto''. L'attivista denuncia poi legami tra l'Unrwa e Hamas, così come il cambiamento ideologico e radicale registrato nei programmi scolastici da quando il movimento islamico palestinese è al potere. L'attivista parla anche di ''indottrinamento'' e di ''lavaggio del cervello'' che induce i bambini di Gaza a crescere con l'obiettivo di diventare ''martiri''.
Eid sostiene quindi che ai bambini di Gaza non sono insegnati ''i valori dell'Onu, ma i valori del jihad, della liberazione della Palestina e del diritto al ritorno tramite la forze e le armi''.