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Tunisia: presidenziali, domenica il ballottaggio tra Marzouki ed Essebsi

18 dicembre 2014 | 13.28
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Tunisia: presidenziali, domenica il ballottaggio tra Marzouki ed Essebsi

Si terrà domenica il ballottaggio tra il presidente tunisino uscente Moncef Marzouki e il leader del partito laico Nidaa Tounes, Beji Caid Essebsi, il trionfatore delle elezioni parlamentari che si sono svolte il 26 ottobre scorso con il 39 per cento di preferenze. Questa volta la sfida è la presidenza della Tunisia tra Essebsi, che al primo turno ha ottenuto il 39,46 per cento delle preferenze, e Marzouki che il 23 novembre fu votato dal 33,43 per cento degli aventi diritto. Ci sono quindi circa 200mila voti di scarto tra il leader laico, che ne ha ottenuti 1.289.384, e l'ex presidente, votato da 1.092.418 elettori in quelle che sono le prime elezioni presidenziali a suffragio universale della storia della Tunisia. I risultati sono attesi tra il 22 e il 24 dicembre.

Fino alla cosidetta Rivoluzione dei gelsomini, che il 14 gennaio 2011 portò alla deposizione del regime di Ben Ali, la Tunisia aveva conosciuto solo due presidenti: il ''padre dell'indipendenza'' ottenuta dalla Francia nel 1956, Habib Bourguiba, e lo stesso Ben Ali, che depose il suo predecessore con un colpo di stato il 7 dicembre 1987. Da allora, Ben Ali guidò il Paese fino appunto al 2011, quando fu costretto a fuggire in Arabia Saudita. Per evitare il ritorno di un regime dittatoriale, la nuova Costituzione tunisina approvata il 26 gennaio di un anno fa ha limitato i poteri del presidente, trasferendo quelli esecutivi al primo ministro designato dal partito uscito vincitore dalle elezioni parlamentari.

Essebsi, il favorito della vigilia nonostante i suoi 88 anni, ha condotto una campagna elettorale basata sullo ''Stato di prestigio'', uno slogan che risponde alla richiesta dei tunisini di metter fine al clima di instabilità. Noto per usare proverbi tunisini e parti del Corano nei suoi discorsi, Essebsi viene considerato dai suoi sostenitori come l'unico in grado di fronteggiare gli islamici che hanno preso il potere nell'era post-Ben Ali. Al contrario, i critici lo accusano di voler ripristinare i vecchi regimi, essendo lui stato ministro degli Esteri sotto Bourguiba dal 1981 al 1986 e presidente della Camera dal 1990 al 1991 sotto Ben Ali.

Candidato con il partito del Congresso per la Repubblica, che alle legislative ha perso quasi tutti i seggi in Parlamento, il presidente uscente Marzouki, eletto dopo la Rivoluzione dei gelsomini dall'Assemblea costituente tramite suffragio indiretto, si è presentato invece come l'unico leader in grado di preservare le conquiste della Rivoluzione anti Ben Ali.

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