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Francia: Ali Ferzat, killer Charlie Hebdo è lo stesso che mi ha spezzato dita

13 gennaio 2015 | 11.51
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Francia: Ali Ferzat, killer Charlie Hebdo è lo stesso che mi ha spezzato dita

Chi ha provocato la strage al settimanale satirico francese Charlie Hebdo è lo stesso che ha cercato di uccidere il vignettista siriano Ali Ferzat. Lo scrive lo stesso disegnatore, costretto in esilio in Kuwait dopo che uomini inviati dal regime del Bashar al-Assad gli avevano rotto le dita per impedirgli di continuare a realizzare vignette satiriche. Ed è anche per questo che, durante la marcia di domenica a Parigi, accanto a 'Je suis Charlie' è apparso anche il messaggio 'Je suis Ali Ferzat' con un disegno dell'artista siriano con le mani ingessate.

''L'attacco al giornale satirico francese Charlie Hebdo ha unito il mondo svegliandolo dal suo torpore, dopo aver lasciato che i focolai del terrorismo si ampliassero e di diffondessero a causa del suo silenzio sulla violenza cui si assiste in Medio Oriente'', scrive Ferzat su Facebook, sostenendo che se la comunità internazionale ''fosse intervenuta per fermare il regime dittatoriale di Assad non sarebbero apparse organizzazioni estremiste che si richiamano all''Islam. Infatti l'Islam e i musulmani non c'entrano nulla con tutto questo terrore, ferocia e ignoranza, il loro è un messaggio di luce e amore, non di morte''.

Ed è per questo che Ferzat ritiene che ''coloro che hanno attaccato gli artisti di Charlie Hebdo sono gli stessi che continuano a uccidere le persone, a distruggere il paese e a bruciare la cultura nella terra della Siria e nel suo cielo, da cui piovono razzi, missili, barili esplosivi, gas tossici e sostanze chimiche sugli innocenti. L'assassino degli artisti di Charlie Hebdo è lo stesso che ha rotto le mie dita, le mie braccia e le mie costole e che ha cercato di uccidermi nel cuore della capitale Damasco, poiché io l''avevo affrontato con la mia penna per la libertà del mio popolo''.

L'artista siriano conclude affermando di stare dalla parte delle ''persone libere in tutto il mondo che rispettano i valori della civiltà umana e le sue grandi realizzazioni attraverso la storia, condivido la loro tristezza per le vittime morte a Parigi presso la sede di Charlie Hebdo, e a Damasco, Homs, Deir Ezzor, Aleppo, Daraa e Hama, partecipo alla loro determinazione per raggiungere la libertà, alla lotta per ottenerla, e al sacrificio per essa. Poiché non vi è nulla di più grande della libertà dell'uomo, del pensiero e delle nazioni''.

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