In Libia "la situazione non è assolutamente perduta, non è assolutamente compromessa". Lo ha affermato l'ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Buccino, intervenendo alla conferenza 'Crisi in Libia - Intervento militare o soluzione politica?', organizzata dallo Iai a Roma.
"Sulla base delle informazioni che abbiamo, Tripoli non è certamente una città in mano a Daesh (acronimo dello Stato islamico in arabo, ndr), Sirte non è una città certamente in mano a Daesh. Anche se ci sono sicuramente delle infiltrazioni", come ha dimostrato l'attentato all'hotel Corinthia, ha precisato l'ambasciatore, rientrato a Roma la scorsa settimana.
Secondo Buccino, è "evidente" che per risolvere la crisi non serva una soluzione militare, ma "occorre trovare una qualche forma di intesa tra i due campi libici. L'opinione della maggior parte degli osservatori - ha proseguito - è che non sia possibile combattere realmente il terrorismo in una Libia divisa perché i fenomeni di polarizzazione sarebbero tali che la lotta al terrorismo rischierebbe di passare in parte in secondo piano".
"Il punto è che tutti e due gli schieramenti e le parti più radicali devono essere convinti che una soluzione militare non sia possibile. Se questa consapevolezza va avanti, a livello interno e a livello della comunità internazionale, allora un governo di unità nazionale potrà anche nascere", ha aggiunto l'ambasciatore.
In merito al lavoro dell'inviato delle Nazioni Unite in Libia, Bernardino Leon, Buccino ha riconosciuto che "in circostanze difficilissime" il diplomatico spagnolo "è riuscito già a raggiungere qualche risultato importante", citando "le due riunioni che si sono tenute a Ginevra, con la partecipazione di Tobruk, di Misurata, della società civile e delle municipalità e la riunione di Ghadames che pochi giorni fa ha riunito per la prima volta non solamente queste componenti, ma anche il Congresso di Tripoli. Adesso vi è la speranza che nei prossimi giorni si possa tenere una riunione tra tutte le componenti in Marocco", ha concluso Buccino.
