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Pakistan: video stupro virale sul Web, vittima costretta a isolamento

26 febbraio 2015 | 17.36
LETTURA: 3 minuti

Vittima una giovane di 23, che ora vede amplificati il suo dolore e l'umiliazione per la violenza subita dalla continua condivisione su Internet del filmato girato dai suoi aguzzini.

Pakistan: video stupro virale sul Web, vittima costretta a isolamento

Il video dello stupro, che aveva subito da un gruppo di uomini, era diventato virale sui social media. Per questo una ragazza pakistana di 23 anni, nome di fantasia Sadia, aveva trovato il coraggio di denunciare alle autorità la violenza subita. Ma dopo il coraggio, la vergogna. La giovane, che vive in un piccolo villaggio del Punjab, è stata infatti facilmente identificata e costretta ora a vivere in uno stato di isolamento, dopo aver dovuto abbandonare gli studi ed essere 'rinchiusa' in casa. E questo nonostante lei sia la vittima e quattro persone siano state arrestate con le accuse di rapimento, stupro e distribuzione di materiale pornografico.

Del video dello stupro esistono due versioni, spiega la Bbc in urdu: una di cinque minuti, l'altra di 40. In entrambi si vede la vittima violentata, a turno, da quattro uomini mentre chiede pietà. La polizia si è rivolta alle autorità per chiedere la rimozione del video da Internet, ma in Pakistan non esiste una legislazione che lo permette e il filmato continua a essere condiviso sui social media, Facebook in testa, amplificando l'umiliazione e il dolore della vittima.

''E' stato mio fratello maggiore il primo che mi ha parlato del video. Lo ha visto e ha riconosciuto Sadia. Quindi è venuto da me'', racconta alla Bbc il padre della vittima, rimasto vedovo. Una volta denunciato lo stupro e individuati i colpevoli, nulla si può però fare per fermare chi visiona e condivide il filmato. ''Molti lo vedono per divertimento, lo trovano interessante'', sospira Saida.

Da quando è morta la madre, Saida ha assunto un ruolo importante per i fratelli. Quando è stata rapita e poi stuprata era in un mercato a comprare l'uniforme scolastica per la sorella. Caricata di forza in auto e portata in una casa, la giovane ricorda di essere stata filmata con un telefonino mentre veniva violentata. ''Mi hanno detto che se non facevo quello che volevo avrebbero mostrato a tutti il video, lo avrebbero messo su Internet, avrebbero fato male ai miei fratelli e a mia sorella - racconta - Non mi importa di me, ma non volevo che il futuro dei miei cari fosse macchiato a causa mia. Per questo non l'ho detto a nessuno''.

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