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Siria: ministro turco, fermati 12.500 foreign fighters, massimo impegno

26 marzo 2015 | 19.41
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Bozkir in vista a Roma. "Sta ai paesi europei prevenire le partenze di chi vuole unirsi all'Is - dice in un'intervista ad Aki - C'è anche problema di integrazione, Ankara nell'Ue aiuterebbe a risolverlo. Sui rapporti tra Erdogan e Davutoglu il ministro assicura: "Nessun contrasto"

Dal profilo Twitter del ministro Bozkir
Dal profilo Twitter del ministro Bozkir

"La Turchia sta facendo tutto quello che può nella lotta contro il Daesh (acronimo arabo del sedicente Stato islamico - Is, ndr), abbiamo fermato 12.500 stranieri che cercavano di entrare nel nostro paese (per raggiungere la Siria, ndr) grazie alle informazioni di intelligence scambiate con i paesi europei, abbiamo espulso 12.000 persone che erano già in Turchia". Lo ha detto il ministro turco per gli Affari europei, Volkan Bozkir, in un'intervista ad Aki-Adnkronos International dopo il suo incontro con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alla Farnesina.

In questo quadro funziona bene, secondo Bozkir, anche la cooperazione con l'Italia. "Abbiamo sempre avuto - ha spiegato - una cooperazione bilaterale importante, abbiamo un rapporto di fiducia e canali di comunicazione efficaci che esistono da tempo e ai quali stiamo ricorrendo in questo frangente".

La Turchia è stata a lungo accusata di non fare abbastanza nella lotta contro l'Is e per mettere un argine al fenomeno dei 'foreign fighters', ma per il ministro si tratta di "una delle percezioni sbagliate che si hanno sulla Turchia in Europa". "Abbiamo 39 milioni di turisti che vengono in Turchia, spesso senza visto perché non lo richiediamo ai cittadini dei paesi europei - spiega - Se i paesi di provenienza non ci mettono nelle condizioni di farci sapere che sono venuti per arruolarsi con il Daesh, non possiamo essere a conoscenza dei motivi del loro viaggio".

Non basta. Per il ministro Bozkir, nonostante, tutto sommato, "la cooperazione stia funzionando", "dovrebbero essere innanzitutto i paesi di provenienza a prevenire le partenze". Così come sta a loro lavorare per un'integrazione che eviti l'avvicinarsi degli immigrati a posizioni estremiste. "Perché questa gente decide di unirsi al Daesh? - si chiede - Questa è la domanda. Quanto più si fa in modo che loro siano membri di prima classe della società in cui vivono, tanto più si sarà in grado di evitare che vadano verso l'estremismo".

Su questo fronte, per il ministro, "la Turchia può dare un grande contributo con la sua adesione all'Ue, che porterebbe a un allargamento dei confini e di una società finora limitata, porterebbe nuovi colori, nuove religioni, nuove civiltà, nuovi stili di vita. La Turchia è pronta a dare questo contributo. Ci sono cinque milioni di cittadini di origine turca in Europa, quindi abbiamo già una grande esperienza su questi temi e il potere di contribuire a risolvere il problema".

L'adesione all'Ue è stato uno dei temi al centro del colloquio con il ministro Gentiloni, durato quasi un'ora. "Abbiamo discusso - ha detto Bozkir - dei negoziati di adesione, ci sono molte cose da fare nel prossimo futuro e l'Italia è il nostro principale sostenitore". Gli altri temi discussi sono stati, "le relazioni bilaterali, molto importanti sia a livello economico che politico, la situazione in Libia e la tratta di migranti verso l'Italia, i problemi in Siria e Iraq, la Russia e l'Ucraina e la questione cipriota".

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