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Turchia: ministro Affari Ue, nessuno scontro tra Erdogan e Davutoglu

26 marzo 2015 | 20.02
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Una "percezione sbagliata". Così il ministro turco per gli Affari europei, Volkan Bozkir, commenta in un'intervista ad Aki-Adnkronos International quanto è stato scritto nei giorni scorsi dai media turchi e internazionali in merito all'emergere di un contrasto tra il presidente Recep Tayyip Erdogan e il premier Ahmet Davutoglu.

"Il presidente - dice il ministro dopo un colloquio a Roma con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - è il fondatore del nostro partito (l'islamico Akp, ndr) e ha speso gran parte della sua vita a creare questo fenomeno che governa il paese da 12 anni e che ha portato stabilità politica ed economica, mentre intorno a noi ci sono paesi che bruciano. Non c'è divergenza di opinione tra lui e il premier, lavorano insieme da anni e hanno gli stessi obiettivi e la stessa visione del futuro".

Soprattutto sui negoziati di pace con i ribelli curdi del Pkk, nei giorni scorsi sono emersi contrasti tra il presidente e il governo, con il primo che starebbe cercando di frenare il processo a cui lavora il secondo. Sabato scorso il vice premier Bulent Arinc ha commentato alcune dichiarazioni di Erdogan in proposito bollandole come "personali" ed "emotive" e scatenando una reazione dura da parte della più stretta cerchia del presidente. Il contrasto sarebbe legato anche, secondo i media, a un'insofferenza di Davutoglu per il ruolo straripante che Erdogan si sarebbe assegnato, a scapito del governo.

"Erdogan e Davutoglu hanno ottime relazioni - assicura però Bozkir - si incontrano due o tre volte a settimana e lo faranno anche domani. Se il presidente ogni tanto presiede le riunioni del governo è solo perché è un suo diritto costituzionale". In merito alle dichiarazioni di Arinc, il ministro per gli Affari europei si limita a ricordare che il vice premier "è tra i fondatori del partito, è un politico con grande esperienza e credo che quello che ha detto sia stato frainteso. Lui è un pilastro del nostro partito, all'interno del quale non vedo alcuna difficoltà".

Se in Turchia ci sono problemi, in particolare sulla questione curda, "sono dovuti all'opposizione, che non funziona come una vera opposizione - dice il ministro - non produce visioni nuove per il futuro, non contribuisce a questioni importanti come quella curda o come i temi economici o le privatizzazioni. Sa solo criticare, mentre il governo è impegnato a realizzare tutto quello che è scritto nel suo programma".

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