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Iran: dal golpe al nucleare, gli ultimi 60 anni di rapporti con Usa/Aki

01 aprile 2015 | 16.23
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Un accordo a Losanna sul controverso programma nucleare di Teheran sarebbe anche un'opportunità storica di riavvicinamento tra la Repubblica Islamica e gli Stati Uniti, le cui relazioni hanno cominciato a farsi tese con la cacciata di Mossadegh nel 1953

Robert Malley, Ernest Moniz, John Kerry, Wendy Sherman, Abbas Araghchi, Ali Akbar Salehi e Mohammad Javad Zarif a Losanna.  Foto AFP - AFP
Robert Malley, Ernest Moniz, John Kerry, Wendy Sherman, Abbas Araghchi, Ali Akbar Salehi e Mohammad Javad Zarif a Losanna. Foto AFP - AFP

Un eventuale accordo a Losanna tra l'Iran e il gruppo 5+1 (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza più la Germania) sul controverso programma nucleare di Teheran sarebbe anche un'opportunità storica di riavvicinamento tra la Repubblica Islamica e gli Stati Uniti, i cui rapporti hanno cominciato a farsi tesi nel 1953.

1953: Il golpe di quell'anno è per molti iraniani il 'peccato originale' degli Stati Uniti, che insieme al Regno Unito sostennero un piano per destituire il primo ministro democraticamente eletto Mohammed Mossadegh e per instaurare la monarchia dello shah. Mossadegh fu messo fuori gioco perché voleva nazionalizzare il petrolio iraniano, risorsa fino a quel momento imprescindibile per l'anglo-iraniana Oil Co., oggi BP.

1957: Gli Stati Uniti firmano un accordo di cooperazione con l'Iran per la cooperazione nel campo del nucleare civile. L'accordo getta le basi del programma nucleare iraniano, che prevede l'assistenza tecnica americana e la consegna a Teheran di uranio arricchito per i suoi impianti. Nel 1975 una compagnia della Germania occidentale aiuta l'Iran a costruire il reattore di Bushehr e l'anno successivo l'amministrazione americana sigla un nuovo accordo per la realizzazione di 23 reattori in Iran.

1979: la rivoluzione avviata dalle forze di sinistra e presto fatta propria dagli islamici mette fine a febbraio al regime dello shah, accusato di livelli altissimi di corruzione. Le nuove autorità iraniane stracciarono l'accordo con gli Usa per la costruzione dei reattori. A novembre gli studenti iraniani occupano l'ambasciata degli Stati Uniti a Teheran e tengono in ostaggio per 444 giorni alcuni cittadini americani. Nel 1980 i rapporti diplomatici tra i due paesi vengono ufficialmente interrotti e gli Usa sostengono l'Iraq di Saddam Hussein nella guerra di otto anni con l'Iran.

1983: Un attentato suicida contro una base dei Marine statunitensi a Beirut fa 241 vittime. L'attacco viene attribuito agli sciiti di Hezbollah, sostenuti dall'Iran. Un anno dopo, l'amministrazione Reagan include la Repubblica Islamica nella lista dei paesi sponsor del terrorismo.

1988: Una nave da guerra americana, la USS Vincennes, abbatte un aereo passeggeri iraniano, uccidendo 290 persone, dopo alcuni giorni di tensioni tra navi Usa e navi iraniane nel Golfo Persico. Per Washington si tratta di un errore, tesi mai accettata da Teheran.

1997: Con l'elezione del presidente riformista Mohammad Khatami, si presenta un'opportunità di dialogo con gli Usa. In un'intervista alla Cnn, Khatami invita Washington ad "abbattere il muro di diffidenza" tra i due paesi. Nel 2000 l'allora segretario di stato, Madeleine Albright riconosce il danno allo "sviluppo politico" dell'Iran prodotto dal golpe del 1953. Nel 2001 delegati dei due paesi lavorano fianco a fianco in Germania a una soluzione politica per l'Afghanistan post-Talebani. L'inviato iraniano è Mohammad Javad Zarif, attuale ministro degli Esteri.

2002: Un gruppo iraniano di opposizione all'estero rivela l'esistenza di due siti nucleari segreti in Iran. Khatami ammette la loro esistenza e invita gli ispettori Onu, ma questo non basta per rassicurare i paesi occidentali.

2003: Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush annovera l'Iran tra i paesi dell'"Asse del male", insieme a Iraq e Corea del Nord. Collassa ogni tentativo di dialogo con Khatami.

2005: Il conservatore Mahmoud Ahmadinejad viene eletto presidente dell'Iran e segna il suo governo con una retorica fortemente anti-americana e anti-israeliana.

2013: Il moderato Hassan Rohani vince le elezioni e rimpiazza Ahmadinejad. Dà subito il segnale di voler riallacciare i rapporti con l'Occidente, anche per ridare respiro all'economia nazionale, soffocata dalle sanzioni che, nel corso degli anni, la comunità internazionale ha imposto al paese a causa del suo programma nucleare. Lo stesso anno c'è una storica telefonata tra Rohani e Obama, il contatto di più alto livello tra i due paesi dal 1979. Partono a Ginevra i colloqui internazionali per una soluzione alla questione del nucleare iraniano.

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