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Egitto: giovani rivoluzione gennaio lanciano campagna 'L'inizio'

13 maggio 2015 | 11.29
LETTURA: 3 minuti

L'obiettivo è portare a compimento gli obiettivi perseguiti dalla rivoluzione che depose l'ex presidente Hosni Mubarak, spiega uno dei fondatori della campagna

L'ex presidente egiziano Hosni Mubarak - (foto INFOPHOTO)
L'ex presidente egiziano Hosni Mubarak - (foto INFOPHOTO)

'Non possiamo più tacere'. E' questo lo slogan della campagna 'L'inizio' lanciata da un gruppo di attivisti politici egiziani che mira a ricongiungere i giovani che hanno partecipato alla rivoluzione del 25 gennaio 2011 per portare a compimento gli obiettivi della rivoluzione stessa. "Siamo un gruppo di giovani che sente un dovere di fronte ai martiri, ai detenuti e a tutto il popolo, ossia quello di portare a compimento la rivoluzione egiziana e realizzarne gli obiettivi", dichiara ad Aki-Adnkronos International uno dei fondatori della campagna Ibrahim al-Shaykh.

"Vogliamo tornare di nuovo ai 18 giorni della rivoluzione di gennaio per dire 'viva la libertà e la giustizia sociale' ma senza organizzazioni, correnti o movimenti", aggiunge Shaykh, spiegando che proprio da questo "è venuta l'idea di riunirci per combattere di nuovo e difendere il nostro sogno di un Paese più accogliente, più giusto e più libero".

Tra gli obiettivi della campagna figurano "la liberazione di tutti i detenuti d'opinione e in particolare i giovani della rivoluzione, abolire la legge sulle manifestazioni, ristrutturare il ministero dell'Interno e portare a giudizio i suoi apparati che praticano la tortura, preparare un progetto di legge sulla giustizia di transizione per vendicare il sangue dei martiri e processare chi è coinvolto in fatti di corruzione e violenza a partire dall'epoca dell'ex presidente Hosni Mubarak fino ad oggi".

Ma anche "fare pressioni per realizzare una giustizia sociale che porti ad abbattere la disoccupazione, lottare seriamente contro la povertà, stabilire una nuova legge sul lavoro che garantisca il diritto a un giusto salario e tutte le garanzie per una vita dignitosa a tutti i lavoratori", continua l'attivista.

Quanto alla posizione del gruppo rispetto al movimento dei Fratelli Musulmani, Shaykh ribadisce che i promotori della campagna "non riconoscono alcuna organizzazione, corrente o movimento. Il nostro obiettivo è uno - sottolinea - ossia quello di realizzare gli obiettivi di libertà e giustizia sociale della rivoluzione di gennaio".

Per far questo è stato elaborato "un piano e degli strumenti di lavoro", laddove "le attività avranno inizio concretamente dopo la conferenza costitutiva" della campagna. Rispondendo alle accuse arrivate agli attivisti di aver copiato il movimento 'Tamarrod' e di essere in contatto con gli apparati di sicurezza, Shaykh ricorda che "tutti i fondatori hanno partecipato alla rivoluzione di gennaio e a quella del 30 giugno. Quanto ai nostri contatti con la sicurezza - conclude - è un'accusa che non merita una risposta".

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