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Mo: Obama non convince Riad su Iran, ora sauditi vogliono l'atomica

19 maggio 2015 | 12.18
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Il paese del Golfo sarebbe pronto a procurarsi armi nucleari dal Pakistan per rispondere alla 'minaccia' iraniana. A Camp David gli Usa hanno provato a convincere l'Arabia Saudita sugli effetti positivi del dialogo con Teheran

Infophoto - INFOPHOTO
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Nel vertice della scorsa settimana a Camp David con i paesi arabi del Golfo, il presidente degli Stati Uniti Barack Omaba non sembra essere riuscito a persuadere l'Arabia Saudita sulla sua capacità di impedire all'Iran di dotarsi di armi nucleari, né di reagire con prontezza nel caso in cui Teheran dovesse riuscire nell'intento di dotarsi dell'atomica. Così Riad, eterna rivale degli sciiti iraniani, starebbe pensando di dotarsi a sua volta di armi nucleari, comprandone di già "pronte" dai pakistani.

Lo scrivono in questi giorni la stampa americana e quella britannica. Fonti statunitensi citate dal Sunday Times riferivano nei giorni scorsi che l'Arabia Saudita ha già preso la decisione di acquistare un ordigno atomico dagli alleati pakistani. "C'è un accordo di lunga data con i pakistani - riferiva la fonte militare Usa - e ora la monarchia dei Saud ha preso la decisione strategica di andare avanti".

Da Riad per ora non arriva alcuna conferma, mentre fonti di Islamabad negano che i sauditi possano avere accesso all'arsenale atomico pakistano. Ma in molti fanno notare che i sauditi hanno finanziato negli anni Settanta il programma nucleare del Pakistan, che sarebbe quindi in debito nei loro confronti.

In un'intervista rilasciata al quotidiano panarabo finanziato dai sauditi Asharq al-Awsat alla vigilia del vertice di Camp David del 14 maggio, Obama ha ammesso che l'Iran è uno Stato "sponsor del terrorismo" e di attività che destabilizzano la regione. Ma ha precisato che esercita questo ruolo "senza avere un arsenale nucleare". "Possiamo solo immaginare - ha detto - quanto potrebbe diventare pericoloso se disponesse di armi nucleari".

Per questo, secondo Obama, è importante arrivare a un accordo con Teheran per mettere un freno al suo programma nucleare, perché altrimenti "diventerebbe ancora più difficile per la comunità internazionale contrastare le attitudini destabilizzatrici" del paese. "Prevenendo un Iran con le armi nucleari - diceva Obama - rimuoviamo una delle più grandi minacce alla sicurezza regionale".

Ma il discorso non sembra aver convinto i sauditi, che proprio per le aperture di Washington a Teheran intrattengono rapporti più che mai freddi con l'alleato americano. E' stata letta in questa chiave, nonostante le smentite da entrambe le parti, anche l'assenza di re Salman e di altri leader arabi del Golfo al vertice di Camp David. A rappresentare Riad negli Usa c'erano il principe della corona, Mohammed bin Nayef, e il suo vice, Mohammed bin Salman, entrambi rappresentanti della nuova linea più autonoma e interventista scelta dai sauditi da quando si è insediato Salman.

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