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Iran: calciatori cristiani e ospedali ebraici, aperture Rohani a minoranze

01 giugno 2015 | 14.06
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Restano però i tabù sulla conversione ad altra fede e sui religiosi Bahai. Concessioni ad alcune etnie, ma persecuzione non è finita

Foto Xinhua
Foto Xinhua

Il calciatore iraniano Andranik Teymourian è il primo cristiano a essere stato scelto, lo scorso aprile, come capitano della squadra nazionale. Una testimonianza, secondo molti osservatori, dell'apertura che l'amministrazione del presidente moderato Hassan Rohani ha deciso di dimostrare nei confronti delle minoranze religiose del paese.

"Sono contento di giocare, da cristiano, in una squadra musulmana - ha detto Teymourian in una recente intervista rilanciata dal britannico 'The Guardian' - Sono di origini armene, ma ho il passaporto iraniano e ne sono orgoglioso, porto con fierezza la bandiera nazionale". Gli armeni rappresentano la larga maggioranza dei circa 300.000 cristiani iraniani e sono in genere ben integrati nella società.

Sono armeni alcuni personaggi noti e rispettati, come il musicista Loris Tjeknavorian e Sombat Hacoupian, fondatore della più nota azienda iraniana che produce abbigliamento maschile. Nonostante l'Islam sia la religione ufficiale, l'Iran riconosce le minoranze cristiana, ebrea a zoroastriana, alle quali è consentito avere luoghi di culto e professare la propria fede ed è riservata una quota in parlamento.

In un paese in cui è vietato bere alcolici e mangiare carne di maiale, ai cristiani è invece permesso farlo. L'Iran ospita circa 600 chiese, tra le quali alcune molto antiche, come quella di Santa Maria a Tabriz, citata da Marco Polo, e il monastero di San Taddeo, patrimonio Unesco. Per dimostrare la sua apertura nei confronti delle minoranze, Rohani ha nominato Ali Younesi, ex ministro per l'Intelligence, come consigliere speciale per gli affari delle minoranze, una figura creata per la prima volta dal presidente moderato.

Lo scorso febbraio, Younesi ha annunciato il riconoscimento del diritto degli studenti ebrei di non frequentare la scuola il sabato, giornata di festa per la fede ebraica. Lo scorso aprile, inoltre, in occasione dell'anniversario del 'genocidio degli armeni', che i turchi avrebbero commesso all'inizio del secolo scorso, per la prima volta è stato permesso alla minoranza armena iraniana di protestare di fronte all'ambasciata turca a Teheran.

Rohani si è impegnato anche a riscattare l'immagine dell'Iran rispetto agli ebrei, dopo che il suo predecessore, Mahmoud Ahmadinejad, ha più volte negato l'Olocausto e usato slogan antisemiti. Il nuovo presidente ha portato con sé a New York, per la sua prima partecipazione all'Assemblea Generale Onu, l'unico deputato ebreo iraniano. Ha inoltre condannato le stragi di ebrei da parte dei nazisti come crimini contro l'umanità, ha twittato un messaggio di auguri per il nuovo anno ebraico, ha commemorato i soldati ebrei-iraniani morti nella guerra contro l'Iraq negli anni Ottanta.

Younesi, che è di fede musulmana, ha più volte visitato sinagoghe e ha affermato che l'Iran "appartiene a tutti i suoi gruppi etnici e religiosi", che godono tutti di "pari diritti". Il governo ha inoltre versato mezzo milione di dollari all'ospedale ebraico di Teheran, scatenando l'ira della classe politica più estremista, che in risposta ha organizzato un concorso di vignette satiriche sull'Olocausto.

Nonostante molti ebrei siano andati via dopo la Rivoluzione islamica, l'Iran è ancora il paese della regione che ne ospita il maggior numero, dopo Israele. E la Lega contro la Diffamazione, che ha sede negli Usa, ha giudicato gli iraniani come il popolo meno antisemita del Medio Oriente. Anche gli Zoroastriani, che popolavano l'Iran prima dell'avvento dell'Islam, sono ampiamente tollerati, ma lo stesso non vale per i Bahai, setta islamica giudicata eretica. I suoi esponenti e leader sono spesso arrestati, mentre non è consentito loro di professare la propria fede o studiare nelle università. Al momento si contano un centinaio di Bahai in carcere in Iran solo per la loro fede.

Resta un tabù anche nell'Iran di Rohani la conversione dall'Islam alle altre fedi. Chi la pratica viene accusato di apostasia e imprigionato, come è successo a una novantina di persone attualmente dietro le sbarre. Tra loro, anche il pastore Saeed Abedini, con doppia cittadinanza iraniana e statunitense. Segnali di apertura si colgono rispetto alle minoranze etniche, nonostante non si possa dire che la persecuzione di arabi, curdi e azeri sia finita. All'inizio dell'anno è stato dato alle stampe il primo testo scolastico in lingua curda.

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