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Pakistan: i 18 anni di Malala, un hashtag da premio Nobel e un sogno

10 luglio 2015 | 15.24
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(Foto tratta da Twitter)
(Foto tratta da Twitter)

Il suo 16esimo compleanno lo festeggiò alle Nazioni Unite con un discorso al Palazzo di Vetro. Per il 18esimo ha lanciato tramite Twitter la campagna #booksnotbullets, con un chiaro messaggio ai potenti del pianeta: spendete per i libri, non per le pallottole, non per le armi. Malala Yousafzai, la ragazza pakistana ferita nel 2012 in attacco dei Talebani in Pakistan, domenica festeggerà 18 anni. E' la più giovane nella storia ad aver vinto il Premio Nobel per la Pace, assegnatole nel 2014 dopo essere stata insignita a 16 anni del Premio Sakharov.

A 18 anni, il sogno della paladina del diritto all'istruzione è che i leader mondiali investano sui libri invece che sulle armi. "Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo", è una delle sue frasi più celebri, tradotta in più di 100 lingue e scelta come una delle tracce per il tema di cultura generale della prima prova della Maturità.

Trasformata in eroina da una tragedia, Malala ama ripetere che "gli estremisti hanno paura di penne e libri" e per i suoi 18 anni non chiede regali, ma invita il mondo a sostenere attivamente la causa dell'alfabetizzazione perché "l'istruzione è la vera arma per il cambiamento". La campagna #booksnotbullets è stata lanciata domenica scorsa quando sul profilo Twitter di Malala è stata postata una foto della giovane con "Il diario di Anna Frank" tra le mani e l'invito a fare altrettanto in nome dell'istruzione per tutti.

Secondo Malala, le spese militari che nel mondo vengono accumulate in otto giorni basterebbero per garantire 12 anni di istruzione primaria e secondaria a tutti i bambini del pianeta. Trentanove miliardi di dollari all'anno "possono sembrare una cifra enorme, ma in realtà non è così", ha detto la ragazza, sostenendo che è questa la somma che il mondo destina in otto giorni alle spese militari.

Malala, sempre avvolta nelle stoffe del tradizionale shalwar kamiz e di un velo, studia in Gran Bretagna e si divide tra i libri e un'infinità di impegni: martedì scorso era a Oslo al Forum sull'istruzione e lo sviluppo. Tanto è cambiata la sua vita dall'ottobre del 2012 quando venne colpita in un attacco rivendicato dal movimento dei Talebani del Pakistan (Ttp) nel nordovest del Paese. Uomini armati aprirono il fuoco contro di lei mentre era su uno scuolabus. Gravemente ferita, è sopravvissuta alla ferocia assassina che ogni giorno miete vittime in un Paese per lo più dimenticato. Da allora vive a Birmingham con la sua famiglia e dal blog per la Bbc, che le he costato quasi la vita per aver suscitato le ire dei Talebani, è passata al primo libro all'attivo: "Io sono Malala", pubblicato due anni fa.

In Pakistan, secondo dati Unesco, sono più di 4,5 milioni le bambine che non vanno a scuola e gli analfabeti sono 49,5 milioni - per i due terzi donne - su una popolazione di oltre 196 milioni di persone. A Malala, il premier pakistano Nawaz Sharif ha assicurato l'impegno ad aumentare fino al 4% del Pil le spese per l'istruzione. Nel mondo, invece, sono circa 59 milioni i bambini che non hanno accesso alla scuola primaria, mentre altri 65 milioni non frequentano la scuola secondaria. E ben 500 milioni sono le bambine che non terminano gli studi.

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