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Afghanistan: il mullah Omar, pronti a colloqui di pace con Kabul

15 luglio 2015 | 14.25
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Il mullah Omar
Il mullah Omar

Torna a farsi sentire il mullah Omar, leader dei Talebani dell'Afghanistan. E per la prima volta, dopo 14 anni di guerra, annuncia l'apertura del movimento a colloqui di pace con il governo di Kabul, ribadendo l'obiettivo di "porre fine all'occupazione delle forze straniere". Sono "legittimi" i colloqui di pace con il governo di Kabul, si afferma in una dichiarazione attribuita al mullah Omar e diffusa a pochi giorni dall'Eid al-Fitr, la festa che segna la fine del mese sacro di Ramadan.

Il leader dei Talebani e guida spirituale del movimento, uno degli uomini più ricercati al mondo, annuncia che l'ufficio politico del gruppo è stato autorizzato a negoziare con gli "afghani e con gli altri Paesi" impegnati a facilitare il difficile processo di pace. "Se consideriamo i fondamenti della nostra religione e se guardiamo alla storia, scopriamo che incontri e interazioni pacifiche con i nemici dell'Islam non sono proibiti", si legge nel comunicato diffuso con la firma del mullah Omar tramite il sito web dell'"Emirato Islamico dell'Afghanistan".

"L'obiettivo dietro ai nostri sforzi politici, ai nostri contatti e alle nostre interazioni con gli afghani e con gli altri Paesi è porre fine all'occupazione delle forze straniere e stabilire un sistema islamico indipendente nel nostro Paese", si afferma nel lungo comunicato suddiviso in dieci punti e scandito da versetti del Corano.

I negoziatori di Kabul, ora annunci cessate il fuoco

Il documento attribuito al mullah Omar, personaggio misterioso che è completamente sparito dalla circolazione dalla caduta del regime dei Talebani (1996-2001), arriva dopo i colloqui di inizio mese in Pakistan tra una delegazione di Kabul ed esponenti dei Talebani, dopo una serie di contatti informali tra le parti e una scia di attacchi in un Afghanistan martoriato da decenni di guerre. Il secondo round di colloqui è previsto dopo la fine del Ramadan, che dovrebbe concludersi venerdì.

"E' nostro diritto legittimo utilizzare tutti i mezzi legali e le strategie per arrivare alla pace - si legge nel comunicato - siamo responsabili davanti alla popolazione e siamo parte integrante della società". Nel documento si sottolinea come "tutti i mujahiddin e i cittadini debbano avere fiducia del fatto che in questo processo saranno tutelati i tutti i nostri diritti legittimi".

Il comunicato è stato accolto con prudenza dall'Alto consiglio di pace, l'organismo creato dall'ex presidente afghano Hamid Karzai per favorire il processo di riconciliazione. "Prima di tutto" i Talebani devo annunciare "il cessate il fuoco e i colloqui di pace devono svolgersi con il cessate il fuoco", ha detto in dichiarazioni all'agenzia di stampa Xinhua Mohammad Ismael Qasimyar, consigliere dell'Alto consiglio di pace.

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