"Ironicamente, più Trump destabilizza l'accordo nucleare, più alto diventa il valore di Rohani per il sistema iraniano che ha bisogno del suo team di diplomatici sorridenti per scaricare la colpa sugli Stati Uniti e del suo team di tecnocrati economisti per tenere a galla l'economia". Lo afferma in un'intervista ad Aki-Adnkronos International l'analista iraniano, Ali Vaez, commentando l'ordine dato dal presidente Usa, Donald Trump, di rivedere l'accordo sul programma nucleare iraniano.
Secondo Vaez, è probabile che l'ayatollah Ali Khamenei, che ha l'ultima parola su tutte le principali questioni, possa continuare a puntare sull'attuale presidente, favorendo la sua riconferma alle elezioni del 19 maggio. "Date le incertezze nell'era Trump, è improbabile che l'ayatollah Khamenei cambi i cavalli a metà corsa. Ma sembra desideroso di scatenare la critica contro Rohani in modo che se riuscisse a ottenere un secondo mandato lo farebbe da presidente 'ridimensionato' ".
Vaez, riferendosi alla mossa di Trump, sottolinea che non è "inusuale" per una nuova Amministrazione "rivedere le posizioni chiave in politica estera e riorientarle" così da marcare una distanza con la precedente.
Tornando alla situazione politica iraniana, e in particolare alle elezioni presidenziali del 19 maggio, Vaez sottolinea come l'unico aspetto prevedibile sia la loro "imprevedibilità".
"La lentezza della ripresa economica e l'incapacità di Rohani di dare seguito alle sue promesse socio-politiche lo hanno messo in una posizione vulnerabile. Ma anche i suoi rivali hanno i loro limiti", evidenzia l'esperto, analizzando poi i suoi rivali più accreditati.
Il conservatore "Ebrahim Raisi ha poca esperienza di governo e non è molto noto, mentre Mohammed Baqer Qalibaf che ha esperienza di governo ha portato risultati alterni come sindaco di Teheran - conclude - I dibattiti probabilmente avranno un impatto significativo su chi avrà la meglio nella corsa all'elezione".
