I jihadisti dello Stato islamico (Is) hanno commesso crimini di guerra e contro l'umanità in Iraq. Lo ha denunciato il responsabile per i diritti umani dell'Onu Zeid Ra'ad Al Hussein affermando che ''la serie di violazioni e abusi perpetrati dall'Is e dai gruppi armati a esso collegati è sconcertante e molti dei loro atti corrispondono a crimini di guerra o contro l'umanità''. Parlando dall'ufficio della missione Onu a Baghdad, Zeid ha illustrato il rapporto realizzato sul periodo compreso tra il 6 luglio e il 10 settembre nel quale emergono gravi abusi e violazioni del diritto umanitario internazionale. Abusi commessi ''in modo sistematico ed esteso'', si legge.
Tra gli atti denunciati ci sono gli attacchi contro i civili, comprese le esecuzioni e i saccheggi, oltre all'uccisione di soldati e funzionari di governo rapiti. Nelle 29 pagine del rapporto vengono anche elencati sequestri, stupri e altre forme di violenza fisica e sessuale contro donne e bambini, compreso il reclutamento forzato di minori. L'Is è quindi accusato di aver distrutto e dissacrato luoghi religiosi e di rilevanza culturale.
A essere colpite in modo particolare sono state le minoranze, ovvero i curdi, i turkmeni, i cristiani, gli yazidi, gli shabak e i musulmani sciiti, con ''l'obiettivo di distruggerli, sopprimerli o eliminarli dalle zone sotto il loro controllo''. L'inviato speciale dell'Onu per l'Iraq Nickolay Mladenov ha definito ''questo documento terrificante''.
Zeid ha quindi invitato l'Iraq ad aderire alla Corte penale internazionale in modo da poter processare i responsabili della ''situazione orrenda'' che si registra nel Paese. E' proprio per contrastare ''questo tipo di situazione, dove si verificano massicce violazioni e abusi dei diritti umani, compresi attacchi mirati a diverse migliaia di civili per la loro religione o identità etnica, che è stata creata la Corte penale internazionale'', ha detto il funzionario Onu.
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