Un medico egiziano, Raslan Fadl, è stato condannato a due anni di carcere per aver praticato una mutilazione genitale femminile che nel giugno del 2013 causò la morte di una studentessa di 13 anni, Sohair al-Bata'a. Per attivisti è sentenza storica.
Un medico egiziano, Raslan Fadl, è stato condannato a due anni di carcere per aver condotto una mutilazione genitale femminile che nel giugno del 2013 causò la morte di una studentessa di 13 anni, Sohair al-Bata'a. Lo ha annunciato la portavoce del gruppo 'Equality Now' definendo la sentenza una ''vittoria storica''. Il medico è stato condannato a due anni di carcere per omicidio colposo e a tre mesi per aver praticato una mutilazione genitale femminile. La sua clinica resterà chiusa per un anno.
Questo tipo di interventi è illegale dal 2008 in Egitto, ma viene largamente accettato ed è ancora molto diffuso soprattutto nelle zone rurali. Nel corso del processo, iniziato nel maggio 2014, Fadl ha sempre negato le accuse a suo carico e spiegato che Sohair è morta per una reazione allergica alla penicillina. ''Quale circoncisione? Non c'è stata alcuna circoncisione. E' tutto un complotto di questi cani'', ha detto il medico accusando gli attivisti per i diritti umani. Ma la nonna della vittima ha ammesso che c'è stato un intervento di mutilazione genitale, anche se ha contestato la decisione di portare il caso in tribunale. ''Era il suo destino - ha detto - Cosa possiamo fare? Lo ha deciso Dio''.