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Siria: chiesa armena, cristiani rapiti si trovano in base Is ad al-Hasakeh

27 febbraio 2015 | 14.57
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Il sacerdote definisce i miliziani, che nei giorni scorsi hanno attaccato alcuni villaggi cristiani, "orde saudite wahhabite barbare"

Siria: chiesa armena, cristiani rapiti si trovano in base Is ad al-Hasakeh

"Orde saudite wahhabite barbare". E' così che Antranig Ayvazian, responsabile dell'eparchia armeno-cattolica di al-Qamushli e rappresentante del Wfp nel nordest della Siria, ha definito i miliziani dell'organizzazione dello Stato islamico (Is). Lunedì i jihadisti dell'Is hanno attaccato alcuni villaggi cristiani lungo il fiume Khabur, sequestrando centinaia di persone che "sono state condotte verso la base dell'organizzazione nella provincia di al-Hasakeh", spiega Ayvazian in un'intervista ad Aki-Adnkronos International.

Il responsabile armeno rivela che "l'emiro dell'Is nella regione, un kuwaitiano chiamato Abu Abdallah, uomo con cui è possibile parlare e trovare un'intesa, aveva ordinato ieri l'altro di rilasciare i bambini, i vecchi e le donne", che sono stati trasferiti in seguito in un villaggio sicuro.

Tuttavia, prosegue, "proprio ieri Abu Abdallah è stato sostituito con un altro emiro saudita arrivato da Mosul", il quale "al suo arrivo ha ordinato di trasferire questi ostaggi alla base di al-Hasakeh per utilizzarli come scudi umani contro un possibile attacco da parte dell'esercito governativo. Al momento - continua Ayvazian - sono in contatto con alcune persone dell'Is con cui eravamo in sintonia e ci rispettavano per impedire che questi poveretti vengano decapitati".

Il responsabile armeno si è detto convinto che la Siria sia "sotto il tiro di un attacco prepotente da parte di una coalizione internazionale arabo-occidentale che include Arabia Saudita, Qatar, Usa, Francia e perfino Italia, contro il regime del presidente Bashar al-Assad, il quale non ha fatto altro che cercare di stabilire una convivenza pacifica tra le varie componenti del Paese".

Il sacerdote fa appello "a chiunque rispetti se stesso, la sua famiglia e la sua patria ad allontanarsi dalla Siria e a lasciarla in pace", in quanto la Siria "è in grado di risolvere da sola tutti i suoi problemi". "All'Occidente e ai suoi agenti arabi" Ayvazian chiede di "non gioire per quello che accade in Siria".

"La Siria ha uno stomaco forte in grado di digerire e respingere ogni forma di colonialismo e aggressione, come ha fatto nella storia con i Mogul, i romani, i francesi e tanti altri", conclude Ayvazian.

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