Lo denuncia l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Sono 1490 i combattenti stranieri uccisi tra le fila dell'Is, del Fronte al-Nusra e di altri gruppi ribelli.
E' di 4973 morti il bilancio delle vittime registrate in Siria nel solo mese di marzo. Lo denunciano gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani spiegando che di questi, 1135 sono civili. Inoltre, tra le vittime civili, si contano 172 bambini e 124 donne.
Gli attivisti precisano che 338 civili, tra cui 75 bambini e 45 donne, sono stati uccisi in bombardamenti dell'aviazione del regime di Damasco. Una donna, un uomo insieme alla moglie e ai loro tre figli sono invece morti in seguito all'inalazione di gas tossici emanati dai barili bomba lanciati sulla città di Sarmin nella provincia di Idlib.
Sono inoltre 68 i civili, tra cui 16 bambini e sette donne, uccisi dagli uomini del Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda, dallo Stato Islamico (Is), e da battaglioni ribelli e islamici. Sono invece 36 le persone che i jihadisti dell'Is hanno giustiziato. Sempre per mano dell'Is sono stati uccisi 106 cittadini, tra cui 23 bambini e 22 donne, nei massacri compiuti nelle provincie di al-Hasakah e Hama, oltre che nell'attacco al villaggio di Hama.
587 persone, tra cui 58 bambini e 50 donne, sono invece morte per mano del regime, per l'esplosione di mine, dalle guardie di confine o da ignoti, torturate fino alla morte nelle carceri del Paese, per scarse condizioni di salute e assenza di medicine.
Sono invece 762 i morti tra le fila delle Unità di protezione del popolo curdo siriano (YPG), dei ribelli e dei combattenti islamici. Tra questi si contano i 21 combattenti curdi dell'Ypg e le tre miliziane curde giustiziati dallo Stato Islamico.
Infine, gli attivisti riferiscono che sono stati 1490 le vittime non siriane nel mese di marzo. Si tratta di uomini che erano giunti in Siria per combattere tra le fila dell'Is, del Fronte al Nusra, di Jund al-Aqsa e dell'esercito di al Muhajereen wal Ansra.