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Quando la mente degli attentati di Parigi si burlava del Belgio: "Non riescono a prendermi"

16 novembre 2015 | 17.16
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La copertina di Dabiq e la foto di Abaaoud
La copertina di Dabiq e la foto di Abaaoud

"Allah li ha resi ciechi e sono così riuscito a partire (dal Belgio, ndr) e venire in Siria, pur essendo ricercato da così tante agenzie di intelligence". Così Abdelhamid Abaaoud, l'estremista che, dalla Siria, sarebbe la mente degli attentati a Parigi, raccontava in un'intervista dello scorso febbraio alla rivista dell'Is, 'Dabiq', del suo ingresso in Belgio e poi del suo rientro in Siria, burlandosi dei "kuffar (infedeli, ndr) resi ciechi da Allah" che non sono mai riusciti a identificarlo e fermarlo.

"Perché sei andato in Belgio?", gli chiedeva il giornalista di 'Dabiq'. "Allah - spiegava - mi ha scelto per portare il terrore tra i crociati". Dopo essere riusciti a "ottenere armi, allestire una casa sicura" e "pianificare operazioni contro i crociati", il volto di Abaaoud divenne noto alle forze di sicurezza a causa di un video girato da un compagno. "Sono stato perfino fermato da un agente - raccontava - che mi osservava e mi paragonava alla mia foto, ma che mi ha lasciato andare, perché non ha notato somiglianze". "Questo dimostra - diceva infine - che i musulmani non devono avere paura dell'immagine esagerata dell'intelligence dei crociati".

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