cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 06:01
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Arte: Amit Sood (Google), sempre più opere on line, anche in 3D

28 dicembre 2014 | 12.03
LETTURA: 4 minuti

I progetti del direttore del Google cultural institute, l'ingegnere di origine indiana Amit Sood che ha ideato Google Art project: "Stiamo sperimentando nuovi linguaggi, come il 3D, che possono incrementare l’esperienza sensoriale del pubblico con l’arte"

Amit Sood, direttore del Google cultural institute
Amit Sood, direttore del Google cultural institute

Con 345 partner nel mondo tra musei, fondazioni, istituti culturali (tra gli altri, anche i Musei capitolini, gli Uffizi e, da poco, il Maxxi) e oltre 63mila opere ospitate nella piattaforma, Google Art project offre di fatto il più grande museo del mondo, rigorosamente on line. Il 'direttore' di questo maxi museo è l'ingegnere di origine indiana Amit Sood che, in una intervista a 'Inside Art', spiega genesi, obiettivi e sviluppi futuri della sua creatura, sottolineando che "avere un così ricco patrimonio culturale su un sito, fornito da istituzioni museali di primo ordine in tutto il mondo è un modo per la gente di esplorare e comprendere l’arte e la storia", e annunciando che "stiamo sperimentando nuovi linguaggi, come il 3D, che possono incrementare l’esperienza sensoriale del pubblico con l’arte".

Art Project "è nato circa tre anni fa -racconta Sood, oggi direttore del Google cultural institute- quando un piccolo gruppo di googlers appassionati di arte ha iniziato a pensare a come usare la tecnologia per rendere i musei più accessibili. Da lì si sono sviluppate tutte le intuizioni successive. In Google avevamo la ricetta giusta per assecondare questa nostra idea perché disponiamo di tre requisiti fondamentali: abbiamo grandi conoscenze, strumenti tecnologici e, soprattutto, amiamo le sfide. Grazie a questo e alla preziosa collaborazione con musei di tutto il mondo abbiamo tradotto il 20% di questo progetto in realtà".

"Da quel momento il programma ha continuato a svilupparsi nell’ambito del Google cultural institute, che include -elenca Sood- oltre ad Art project, gli archivi storici di mostre digitali e World wonders, il servizio di esplorazione virtuale di monumenti, siti storici, paesaggi naturali, città e luoghi di interesse artistico culturale".

Se le adesioni al progetto sono sempre più numerose, "l’aumento delle partnership, da 17 a oltre 500 nel giro di soli tre anni, è un esempio di quanto il progetto sia stato apprezzato", afferma Sood, non mancano le resistenze dato che "come ogni cosa rivoluzionaria, anche questa idea, che introduce una nuova cultura, ha bisogno di tempo per essere compresa e sfruttata dalla gente con tutte le potenzialità che ne conseguono".

Quanto agli sviluppi in corso e futuri, "gli step si alternano con grande intensità: Abbiamo inaugurato il progetto Google Street art, che mostra gli interventi artistici urbani nelle strade di tutto il mondo. Stiamo anche studiando nuove tecnologie per la fruibilità delle opere in modo ancora più innovativo", ribadisce Sood.

"L’obiettivo è quello di migliorare sempre di più le tecniche di osservazione di opere come le sculture, in modo tale da mostrarle in un modo così profondo e originale che non sarebbe possibile farlo senza la tecnologia. Con Open gallery stiamo anche aiutando artisti e piccole istituzioni culturali a rendere il loro lavoro disponibile al pubblico, grazie all’uso di strumenti realizzati dai nostri ingegneri del Cultural institute", conclude Amin Sood.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza