cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 23:01
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Terrorismo: archeologo italiano in Iraq, museo di Mosul rischia razzia

29 gennaio 2015 | 16.51
LETTURA: 4 minuti

Daniele Morandi Bonacossi all'Adnkronos: "I jihadisti dello Stato islamico controllano la città, l'antica Ninive, e potrebbero vendere i preziosi reperti sul mercato illegale". I militanti hanno distrutto le mura assire: "Una perdita enorme, erano state costruite dal re Sennacherib, che regnò tra il 704 e il 681 a.C"

Terrorismo: archeologo italiano in Iraq, museo di Mosul rischia razzia

Dopo la distruzione delle mura assire da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Is), anche il museo archeologico di Mosul è a rischio. L'allarme lo lancia Daniele Morandi Bonacossi, direttore della missione archeologica dell’Università di Udine in corso nell’Iraq settentrionale, raggiunto telefonicamente dall'Adnkronos.

"L'Is controlla Mosul, l'antica Ninive, dove ci sono degli scavi importantissimi e uno dei musei archeologici più ricchi di reperti, fondamentali non solo per la storia dell'Iraq, ma dell'intera umanità. Sono pezzi che i militanti dell'Is potrebbero collocare sul mercato illegale dell'archeologia, sempre che non l'abbiano già fatto", spiega l'archeologo, per il quale "la distruzione delle mura assire è una perdita incalcolabile. Si tratta di una cinta di 14 chilometri costruita dal re assiro Sennacherib, che regnò tra il 704 e il 681 a.C. Purtroppo non sappiamo l'entità del danno, anche se le notizie che arrivano fanno riferimento a un'ampia porzione di mura".

L'ipotesi che i jihadisti dello Stato Islamico vendano reperti del museo archeologico di Mosul sul mercato illecito è più che legittima visto che è risaputo che l'Is "si finanzia anche con questo tipo di commercio e che controlla alcuni tra i siti più importanti della storia dell'umanità. Tra questi -sottolinea Morandi Bonacossi - c'è l'antica città di Nimrud, dove con l'ausilio di una sega circolare hanno asportato i preziosi rilievi che ornavano il palazzo di Assurnasirpal II, avviandoli con molta probabilità sul mercato illegale".

'Serve potenziare controlli su mercato antiquario, reperti passano attraverso Turchia e Libano'

L'archeologo, che con la sua équipe si trova "nel Kurdistan iracheno, dove l'Is non è presente", spiega di "non essere in grado di quantificare le dimensioni del saccheggio del patrimonio archeologico in Iraq". Un traffico di reperti che probabilmente "arrivano in occidente. Noi archeologi non possiamo intervenire per fermarlo, servirebbe invece un rafforzamento del controllo sui mercati antiquari, perché questi materiali passano attraverso la Turchia - sottolinea Morandi Bonacossi - i cui confini con la Siria sono estremamente 'porosi', e attraverso il Libano. L'Interpol e l'Unesco stanno facendo molto, e hanno diffuso delle 'red list' che aiutano la polizia di frontiera nel riconoscimento dei materiali archeologici".

"Un'altra cosa che si potrebbe fare -sottolinea l'archeologo- è rafforzare la nostra missione nel Kurdistan iracheno, perché noi stiamo preparando gli archeologi locali non solo nella ricerca archeologica ma anche nella tutela e nella valorizzazione del loro patrimonio, censendolo con tecnologie avanzate grazie alla collaborazione con il Cnr". Secondo Morandi Bonacossi, questi progetti, che sono finanziati dalla Cooperazione internazionale del ministero degli Affari esteri, "andrebbero moltiplicati, ma servirebbero finanziamenti più robusti".

La missione dell'Università di Udine terminerà alla fine di marzo. "Poi rientreremo in Italia e ad agosto inizierà un'altra campagna di scavi. Ma -ribadisce l'archeologo - servono finanziamenti, perché la ricerca archeologica italiana, che è sempre stata un fiore all'occhiello, adesso sembra essere ignorata dal governo: dall'esecutivo Letta in poi, hanno abolito i Progetti di ricerca di interesse nazionale, i cosiddetti Prin, che erano l'unica fonte di finanziamento della ricerca di base. Così non si può andare avanti -conclude l'archeologo- perché la ricerca archeologica italiana non è solo un fiore all'occhiello del Paese, ma è anche un veicolo per i rapporti diplomatici con Paesi stranieri come l'Iraq".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza