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Mostre: il fascicolo Kafka in 'La Grande Trieste 1891-1914'

26 febbraio 2015 | 08.42
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Nel percorso dell'esposizione la prima sezione si focalizza sulla particolare struttura delle Assicurazioni Generali, con doppia direzione a Trieste e a Venezia, la seconda entra nella quotidianità del lavoro, con documenti relativi al personale, tra i quali si segnala il fascicolo del grande scrittore austro-ungarico, che lavorò per l’agenzia generale di Praga dall’ottobre 1907 al luglio 1908

La copertina del fascicolo delle Generali relativo al dipendente Franz Kafka
La copertina del fascicolo delle Generali relativo al dipendente Franz Kafka

Fino al 3 maggio si terrà la mostra “La Grande Trieste 1891-1914. Ritratto di una città”. Allestita nel Salone degli Incanti e promossa dal Comune di Trieste, cerca di descrivere ciò che lo scoppio della guerra ha significato per la città. L’Archivio Storico delle Assicurazioni Generali vi prende parte con una selezione di documenti che ruotano intorno a quattro aspetti della Compagnia, significativi anche in relazione alla storia di Trieste, dove non a caso nel 1831 furono fondate le Assicurazioni Generali.

L’esposizione vuole analizzare i rapporti fra Trieste e l’Austria, tra Ottocento e Novecento, inserendo l’evento nelle celebrazioni del centenario dello scoppio della Grande Guerra. L’obiettivo è interpretare la città mettendo a fuoco un periodo importante della sua storia, in cui il susseguirsi degli eventi convive con lo sviluppo economico e le tensioni sociali, la vivacità culturale e la povertà, le lotte politiche e la mondanità. Un mondo che si dissolve bruscamente con la Grande Guerra lasciando dietro di sé una lunga scia di rimpianti. E anche tanti frammenti di vita nei musei cittadini.

Trieste e le Generali condivisero infatti una complessità esemplare, difficile da incasellare, in particolare negli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra. La Compagnia era austro-ungarica, ma aveva una direzione anche in territorio italiano, aveva una classe dirigente controllata dalla polizia austriaca perché di sentimenti “radikal-italienisch”, ma nello stesso tempo perfettamente bilingue; possedeva infine una fittissima rete agenziale fortemente radicata nei territori austro-ungarici e in Italia e nello stesso tempo proiettata verso i mercati internazionali. Era austro-ungarica (quindi un’assicurazione straniera in Italia) ma il suo impiego di capitale nei titoli pubblici dello stato italiano era nel 1913 circa la metà di quello raggiunto complessivamente dalle altre maggiori società di assicurazione.

Questa complessità in quegli anni era possibile solo a Trieste e proprio perché triestine le Generali hanno assunto la loro cifra caratteristica, che costituì sempre un’ancora di salvezza nei momenti di crisi: la vocazione internazionale.

Nel percorso della mostra una prima sezione si focalizza sulla particolare struttura delle Generali, con doppia direzione a Trieste e a Venezia, la seconda entra nella quotidianità del lavoro, con documenti relativi al personale, tra i quali si segnala il fascicolo di Franz Kafka, che lavorò per l’agenzia generale di Praga dall’ottobre 1907 al luglio 1908. In esposizione anche il fascicolo personale di Leo Perutz, che a Trieste lavorò per un periodo nella Compagnia come matematico attuariale.

La terza sezione è relativa alle agenzie delle Generali mentre la quarta è dedicata ad alcune belle testimonianze di piccola pubblicità (agendine, tariffari, ‘spagnolette’ ,figurine…) delle Generali e delle assicurazioni controllate.

Il curriculum vitae autografo di Franz Kafka dice: “Sono nato il 3 luglio 1883 a Praga; ho frequentato fino alla quarta classe la Altstädter Volksschule; sono entrato poi nell’Altstädter deutsches Staatsgymnasium; a 18 anni incominciai gli studi alla deutsche Karl-Ferdinands Universität di Praga. Dopo aver dato l’ultimo esame di stato, il 1° aprile 1906, entrai come praticante nello studio dell’avv. Richard Löwy, sull’Altstädter Ring. In giugno diedi l’esame storico rigoroso e nello stesso mese ottenni la laurea in legge. Come avevo subito chiarito all’avvocato, ero entrato nel suo studio solamente allo scopo di impiegare il mio tempo, perché già in principio non era mia intenzione di rimanere nell’avvocatura. Il 1° ottobre 1906 iniziai la pratica giudiziaria, che terminai il 1° ottobre 1907”.

Il percorso della mostra ha un andamento cronologico-tematico per fornire ai visitatori la percezione più chiara del succedersi di alcuni eventi e del profondo mutamento avvenuto sul territorio in quel quarto di secolo: una fase di grande sviluppo che ha rappresentato, forse più che altrove, il passaggio tra la città ottocentesca e la Trieste moderna.

La voluta eterogeneità dei contenuti della mostra testimonia la molteplicità di influenze culturali, etniche, imprenditoriali e storiche di cui la città ha beneficiato nel periodo di passaggio tra i due secoli, consentendole di crescere in modo straordinario.

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