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Archeologia: torna alla luce la Fonte di Giuturna al Foro Romano

05 marzo 2015 | 16.56
LETTURA: 4 minuti

Da domani al 20 settembre saranno visibili i grandi gruppi scultorei ispirati a Castore e Polluce grazie agli interventi di restauro e alla mostra allestita dalla soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma in collaborazione con Electa. Prosperetti: "Evento emblematico di una stagione nuova"

Il Tempio di Romolo al Foro
Il Tempio di Romolo al Foro

Tornano visibili al pubblico da domani al 20 settembre prossimo sette grandi sculture legate al contesto della fonte di Giuturna (Lacus Iuturniae), una delle più importanti dell'antichità le cui acque erano considerate salutari. Sarà anche l'occasione per la riapertura al pubblico del Tempio di Romolo al Foro Romano, restaurato nel 2000 (con un intervento che ripristinò l'antica volumetria con la demolizione della volta barocca), che ha subito ulteriori recenti interventi alle pitture murarie (risalenti al medioevo). L'edificio ospiterà l'allestimento, promosso dalla soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, guidata da Francesco Prosperetti, in collaborazione con Electa.

L'esposizione riunisce le opere emblematiche legate al mito dei Dioscuri è curata da Patrizia Fortini con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte. Il gruppo scultoreo dei due divini fratelli con i rispettivi cavalli e l’ara, che sui quattro fronti riporta immagini legate alla loro leggenda, è esposto insieme ad una ieratica statua di Apollo e al puteale in marmo bianco del pozzo della sorgente, dedicato a Giuturna. Il gruppo dei Dioscuri fu trovato in pezzi nella vasca della Fonte di Giuturna e in seguito ricomposto, come risulta evidente dall’attuale stato di conservazione, al punto da far supporre che le statue fossero state intenzionalmente colpite. La mostra ha offerto l’occasione di restaurare le opere e riparare le lacune con malte che favoriscono la lettura delle parti originali.

Il gruppo in stile arcaico è databile tra la fine del II a.C. sec. e l’inizio del I sec. a.C. L’area archeologica da cui provengono le preziose sculture, è a poca distanza dal Tempio di Romolo e il punto dove sorgeva la fonte è facilmente identificabile.

"Il significato di questa mostra va oltre il suo contenuto specifico, è un evento emblematico di una stagione nuova che in realtà non ho iniziato io ma l'ex sovrintendente Mariarosaria Barbera", afferma Prosperetti all'Adnkronos. "Vogliamo dedicarci intensamente all'area archeologica centrale - aggiunge - vogliamo fare vedere alla gente la ricchezza d'arte di questi luoghi che il visitatore normale non percepisce perché vede solo muri e mattoni. In realtà - sottolinea - questi luoghi erano colmi di sculture e marmi in ogni metro ed è importante riportare sui luoghi o almeno vicino ad essi le ricchezze che c'erano, per innescare un circolo virtuoso di crescita dei visitatori".

Il neo sovrintendente ribadisce che questa "non è la prima iniziativa in questo senso" e ricorda che "la più recente è l'apertura del Museo Palatino, uno dei luoghi più frequentati dell'area archeologica centrale di Roma". Quanto alle statue della fontana di Giuturna, "resteranno visibili fino al 20 settembre. Dopo - conclude Prosperetti - c'è in programma la riapertura di una parte dell''Antiquarium forense', che dovrebbe avvenire entro la fine dell'anno".

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