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Cultura: D'Annunzio torna a far parlare di sé, ricostruito il suo Dna

12 marzo 2015 | 16.08
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I Ris di Cagliari sono riusciti a ricostruire il suo Dna partendo dalle tracce biologiche risalenti al secolo scorso trovate su alcuni oggetti appartenuti al poeta (Fotogallery)

Il fazzoletto di D'Annunzio da dove sono state prelevate le tracce
Il fazzoletto di D'Annunzio da dove sono state prelevate le tracce

Gabriele D'Annunzio torna a far parlare di sé: i Ris di Cagliari sono riusciti a ricostruire il suo Dna partendo dalle tracce biologiche risalenti al secolo scorso trovate su alcuni oggetti appartenuti al poeta (Guarda la fotogallery). ''Nessuno -dice il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri- vuole clonare d’Annunzio, ma nessuno può sapere quali saranno le evoluzioni della scienza e della società: è bene che quel dna sia stato rilevato”. Il lavoro dei Ris è iniziato con l’analisi delle tracce biologiche trovate su un fazzoletto bianco conservato nella cassetta di sicurezza dell’Archivio Generale insieme alle lettere che la Contessa Olga Levi Brunner scriveva a Gabriele d’Annunzio, suo amante, e su uno spazzolino da denti in avorio e setole naturali conservato alla Prioria, la casa-museo del Poeta.

Le tracce sono state confrontate con il Dna estratto dal tampone salivare di un discendente in linea maschile di Gabriele d’Annunzio, Federico d’Annunzio. Dai risultati delle indagini è emerso che solo i residui organici rinvenuti sul fazzoletto sono di origine maschile, probabilmente provenienti dal liquido seminale. Dalle medesime tracce è stato estratto un profilo genotipico di sesso maschile completo di 16 marcatori del Dna. Con la trasmissione del cromosoma Y pressoché invariato attraverso le generazioni, il confronto tra i reperti biologici analizzati e il tampone salivare del pronipote di d’Annunzio ha confermato l’appartenenza al poeta delle tracce rinvenute sul fazzoletto.

''A chi mi chiede se questa scoperta abbia una qualche utilità per il Vittoriale -sottolinea Giordano Bruno Guerri- rispondo che il nostro scopo statutario è conservare e valorizzare la figura e l’opera di Gabriele d’Annunzio. Lo abbiamo fatto - in questi ultimi sei anni - portando i visitatori da 140.000 a 190.000, chiudendo i bilanci in attivo, acquisendo documenti e cimeli, aprendo tre nuovi musei e contribuendo a cambiare l’immagine di d’Annunzio da quella di protofascista decadente a quella di libertario modernizzatore. Lo abbiamo fatto, ora, fissando il suo Dna''.

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