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Cultura: il Fai spegne 40 candeline con numeri da record

28 aprile 2015 | 20.53
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Nasceva il 28 aprile del 1975 per tradurre in Italia l’esperienza del National Trust inglese. A 'battezzarlo' furono quattro amici: oltre all'architetto Renato Bazzoni e a Giulia Maria Crespi, oggi presidente onorario, c’erano anche lo storico dell’arte Franco Russoli e l’avvocato, Alberto Predieri. Gestisce 52 beni in tutta Italia di cui 30 aperti regolarmente al pubblico, 650mila visitatori nei siti aperti per l’ultima edizione delle Giornate di Primavera

Parco di villa Gregoriana, bene del Fai (Foto Wikipedia)
Parco di villa Gregoriana, bene del Fai (Foto Wikipedia)

Il Fondo Ambiente Italiano ha spento quaranta candeline. Il 28 aprile del 1975, infatti, il Fai nasceva per tradurre in Italia l’esperienza del National Trust inglese. A 'battezzarlo' furono quattro amici: oltre all'architetto Renato Bazzoni e a Giulia Maria Crespi, oggi presidente onorario, c’erano anche lo storico dell’arte Franco Russoli e l’avvocato, Alberto Predieri. Quattro amici mossi dallo stesso obiettivo: fare qualcosa di importante per salvare le bellezze del nostro Paese. Da quel proposito iniziale ad oggi il Fai è cresciuto. Al centro della sua azione c'è un'intuizione che il passare del tempo non scalfisce: per 'salvare' il patrimonio culturale del nostro Paese, come previsto dall’articolo 9 della Costituzione, l’intervento dei privati è sussidiario a quello dello Stato.

Al compimento dei suoi 'primi' quarant'anni i numeri del Fai sono da record: 52 beni in tutta Italia di cui 30 aperti regolarmente al pubblico, più di 5 milioni di metri quadrati di paesaggio protetto, oltre 60 mila metri quadrati di edifici, 120 mila iscritti e donatori attivi, 117 delegazioni, 68 gruppi Fai, e 62 gruppi Fai Giovani, 580 mila visitatori nei Beni del Fai nel 2014, oltre 650mila i visitatori nei siti aperti per l’ultima edizione delle Giornate Fai di Primavera.

"La missione del Fai - ha spiegato Andrea Carandini, presidente del Fai dal 2013, succeduto a Ilaria Buitoni Borletti, attuale sottosegretario al ministero dei beni culturali, che a sua volta aveva raccolto l’impegno profuso fin dalla fondazione da Giulia Maria Crespi, presidente fino al 2009- è da sempre concreta e plurima. Se da questo aggregato di componenti riusciremo a diventare un organismo collettivo, i cui organi tutti funzionano, aiutandosi l’un l’altro per realizzare il fine comune, ci sentiremo più contenti, faremo crescere il Fai e soprattutto gioveremo al nostro Paese, che ha grandissimo bisogno di sussidi. Allora il Fai prenderà sempre più quota, volerà in alto e andrà lontano, sempre in vista dell’Italia: haec patria est". Intanto oggi si è tenuta la riunione del Consiglio di amministrazione che ha discusso e approvato il nuovo piano strategico 2014 -2023.

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