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Mostre: al Macro 'Appunti di una generazione #1' con Pietroniro e Salvino

20 maggio 2015 | 10.19
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La rassegna è dedicata agli artisti italiani che sono emersi nell’ultimo scorcio del XX secolo. L'allestimento dedicato a Pietroniro si intitola 'E' come se nulla fosse...', quello di Salvino 'Ricominciare da capo non significa tornare indietro', nello Studio #1 nello Studio #2 del Macro

L'immagine di 'copertina'  della mostra al Macro
L'immagine di 'copertina' della mostra al Macro

Da domani al 26 luglio prossimo l’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali promuove presso il Macro – Museo d’Arte Contemporanea di Roma 'Appunti di una generazione #1' un nuovo ciclo di mostre personali, dedicate agli artisti italiani emersi negli anni ’90, a cura di Costantino D’Orazio.

Ad aprire la rassegna sono Giuseppe Pietroniro e Andrea Salvino, artisti che si sono formati e hanno esordito a Roma nell’ultimo scorcio del XX secolo. L'allestimento dedicato a Pietroniro si intitola 'E' come se nulla fosse...', quello di Salvino 'Ricominciare da capo non significa tornare indietro', nello Studio #1 nello Studio #2 del Macro.

Pietroniro (Toronto, Canada, 1968) indaga continuamente il senso del limite, categoria connaturata all’uomo e al tempo: limite della visione, limite dello spazio, limite della relazione tra uomo e uomo. Il valore aggiunto della sua ricerca consiste nella capacità di raccontare una dimensione filosofica ed esistenziale attraverso l’uso di oggetti quotidiani, sapientemente modificati così che l’opera si trasformi in una sfida alla funzionalità o crei illusioni ottiche e artifici formali dove l’occhio entra in conflitto con la mente, che cerca una spiegazione plausibile entro il limite della ragione.

La costanza di Pietroniro nell’indagare la percezione gli ha permesso di maturare la giusta distanza intellettuale tra idea e forma per elaborare opere che giocano con il doppio, l’illusione la simmetria o il meccanismo delle 'scatole cinesi' e sollecitano la curiosità dello sguardo.

La ricerca artistica di Salvino (Roma, 1969) è strettamente connessa alla storia e trae ispirazione dall’iconografia politica, sociale e cinematografica fondamentalmente del 900 Italiano ed Europeo fino ai nostri giorni. Il suo lavoro può essere inteso come una pagina di storia non ufficiale scritta per immagini attraverso aneddoti e dettagli tratti da documenti figurativi.

I soggetti che Salvino fa vivere nelle carte disegnate e nelle tele dipinte sono fotogrammi storici individuati tra fotografie, vecchie cartoline, libri, pellicole o stampe e selezionati poiché motivi iconografici particolarmente significativi e capaci di descrivere l’epoca dalla quale derivano e la cultura di riferimento. Le vicende politiche, la guerra, la pornografia, l’erotismo, il costume e il cinema si susseguono nei disegni di Salvino come se fossero dei frammenti di una realtà passata in grado di fornire e restituire all’osservatore un 'pezzo' di identità.

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