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Premio Strega: Russo (Neri Pozza), ok voto palese ma si torni a qualità

21 maggio 2015 | 19.37
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Accese polemiche intorno al riconoscimento più importante d'Italia

Il Ninfeo di valle Giulia (Infophoto) - INFOPHOTO
Il Ninfeo di valle Giulia (Infophoto) - INFOPHOTO

Grandi manovre intorno alla Strega, la cui attesissima cinquina sarà resa nota il 10 giugno. A parlare oggi è Giuseppe Russo, il direttore editoriale di Neri Pozza, in concorso con l'autrice Wanda Marasco ("Il genio dell'abbandono"). "Ho letto stamane sul quotidiano 'la Repubblica' -sostiene con l'Adnkronos- un allarmato articolo in cui si paventa la possibile esclusione di Elena Ferrante dalla cinquina finalista dello Strega. Il giornale, che ha lanciato la campagna per la candidatura della scrittrice o dello scrittore, elenca gli ostacoli alla possibile ammissione: le manovre dei grandi gruppi, le alleanze tra i piccoli, i 30-40 voti che sarebbero già stati raccolti dalla Marasco col suo 'Genio dell'abbandono'".

"E' un articolo, simile a tanti apparsi in questi mesi -prosegue Russo- in cui si continua ad aggirare la domanda che dovrebbe essere al centro di un Premio che si vuole 'letterario': qual è il romanzo di maggiore qualità letteraria tra i 12 candidati al concorso? Come non si capisce perché un Premio di così rilevante importanza debba essere appannaggio esclusivo dei grandi gruppi, così non si capisce perché debba andare per forza a un editore indipendente. Il Premio, stando alle sue regole, non dovrebbe premiare un editore, grande o piccolo che sia, né la carriera di uno scrittore. Il Premio dovrebbe andare all'opera migliore in concorso".

Il libro di maggiore qualità letteraria, chiede Russo, è "La storia della bambina perduta" della Ferrante? Perché "se è così, la sua esclusione sarebbe davvero uno scandalo. Oppure è 'Il genio dell'abbandono' di Marasco, la cui esclusione dalla cinquina sarebbe parimenti uno scandalo? Oppure quello di Covacich o di Lagioia? Queste dovrebbero essere le domande giuste". (segue)

La salvezza del riconoscimento dipende dal fatto che si discuta di libri

Intanto Francesco Piccolo, vincitore dello Strega 2014 con "Il desiderio di essere come tutti", ha avanzato una proposta, quella del voto palese. Che ne pensa? "Perché no -ribatte Russo- se è un voto motivato, che entra nel merito delle opere, sono d'accordo. L'importante è che si discuta di libri, di narrativa, di letteratura. Elena Ferrante ha la mia piena stima. 'I giorni dell'abbandono' e 'L'amore molesto' erano romanzi bellissimi".

"E' qualcosa che concerne la salvezza stessa dello Strega -sottolinea Russo- un premio che nacque con nobili intenzioni. Gli 'Amici della Domenica' erano veri amici. Anche allora c'era polemica, a litigare erano Pasolini e Moravia, ma il premio rappresentava un'autentica espressione della narrativa italiana. Ora invece è in auge la cultura pop, in cui alto e basso si confondono. Si è perduta una prospettiva autenticamente letteraria".

E' la società dello spettacolo "che ha trasformato la natura stessa del premio -conclude Russo- Faccio un esempio: l'anno scorso abbiamo pubblicato "L'ultimo inverno", romanzo d'esordio (il titolo originale era "Tinkers") di Paul Harding , che negli Stati Uniti era edito da una piccolissima casa. Quel romanzo poi ha vinto (nel 2010) il Pulitzer . Ecco questo dovrebbe accadere anche da noi".

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