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Mostre: al Macro Testaccio la prima volta in Italia di Josh Smith

01 giugno 2015 | 18.47
LETTURA: 3 minuti

La personale dell'artista statunitense visitabile da venerdi' prossimo

Particolare di 'Untitled 2010' di Josh Smith
Particolare di 'Untitled 2010' di Josh Smith

A Roma, al Macro Testaccio, da venerdi' prossimo al 20 settembre in programma la mostra personale di Josh Smith, curata da Ludovico Pratesi. Si tratta della prima volta in un museo italiano per l'artista americano, nato nel Tennessee nel 1976, ma residente a New York.

La ricerca di Josh Smith si fonda su tecniche come la pittura su carta, il collage, l’incisione e l’edizione di libri d’artista, che Smith considera a tutti gli effetti delle opere in sé. La mostra è concepita come un’antica quadreria, che riunisce un centinaio di dipinti dello stesso formato, realizzati per l’occasione, che ricostruiscono la multiforme personalità dell’artista, attivo dal 2003.

Una sorta di omaggio all’opulenza e al fasto del barocco romano, che permette al pubblico di approfondire i diversi aspetti della pittura di Josh Smith. Partendo da una riflessione legata al proprio nome, l’artista produce una serie di opere, utilizzando tecniche diverse, dall’olio all’acrilico, dall’acquarello all’incisione, costruendo dei veri e propri assemblaggi di forme e colori, spesso ispirate ad immagini o a tematiche figurative.

L'artista 'cita' Cezanne, De Kooning, Basquiat, Schnabel

E’ una pittura che unisce l’energia cromatica e gestuale dei maestri dell’arte statunitense, da De Kooning a Guston fino a Schnabel o Basquiat, con uno studio profondo della storia dell’arte europea, intrisa di riferimenti a Paul Cezanne o Kurt Schwitters. Attento studioso di grafica e di editoria, ha dedicato una importante parte della sua produzione alla creazione di libri d’artista.

La mostra documenta le diverse fasi del suo lavoro, che indaga il rapporto tra autorialità e serialità attraverso le serie dei Name Paintings - speculazioni formali attorno ai caratteri J,O,S,H,S,M,I,T e H -, gli Abstract paitings , i Collages e i Palette Paintings, eseguiti con un procedimento legato alla pulizia dei pennelli.

Opere realizzate negli ultimi sei anni, dal 2009 al 2015 (di cui un importante nucleo inedito) che risentono di una tradizione astratta che ha origine negli anni Ottanta, in linea con artisti come Terry Winters, Albert Oehlen e Christopher Wool, tra i primi a spingere il gesto pittorico verso una produzione seriale.

Centinaia di sgabelli da bar permettono ai visitatori di sedersi per ammirare i dettagli delle opere

Inoltre gli Stage paintings, con la loro struttura minimalista si accompagnano ad un centinaio di sgabelli da bar, suddivisi tra i due padiglioni, che permettono ai visitatori di sedersi per cogliere con più attenzione i dettagli dell’arte di Josh Smith. La sede del Macro Testaccio appare idonea al progetto in quanto prosegue una tradizione legata alla presentazione dell’arte americana delle ultime generazioni, che ha visto la collettiva New York Minute (2009) e la personale di Sterling Ruby (2013).

La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Galleria Massimo De Carlo, Milano.

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