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Libri: arriva "Quando i Romani andavano in America" di Elio Cadelo

21 giugno 2015 | 13.52
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Nave romana mossa da buoi
Nave romana mossa da buoi

La provenienza di molte delle nostre raffinatezze agro-alimentari che orgogliosamente esibiremo all’Expo di Milano, e che sono alla base della moderna cucina italiana, viene da molto lontano: tante nostre tradizionali coltivazioni furono importate dagli antichi Romani, che trasformarono l’Italia da una terra povera e boscosa nel giardino d’Europa. Lo si scopre nell’ultima edizione del libro di Elio Cadelo, "Quando i Romani andavano in America – Conoscenze scientifiche e scoperte geografiche degli antichi navigatori", (Palombi Editori), appena arrivato nelle librerie e che conta la prefazione di Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Frutti quali i limoni, le pesche e le arance furono trapiantati dalla Cina, l’albicocca dall’Asia centrale, le ciliegie dal Mar Nero, le mandorle dalla Mongolia, la noce, la nocciola e la castagna dall’Asia Minore. E si potrebbe continuare a lungo. Nel saggio è documentata anche la presenza del girasole come di altre piante di provenienza centro e sud-americana. "I Romani -afferma Cadelo- importarono queste produzioni agricole in Italia da territori lontani, conquistati o anche solo esplorati, e allestirono così il più rigoglioso giardino dell’Occidente".

"Quando Roma diventò la superpotenza del Mediterraneo, le sue navi -sottolinea ancora Cadelo- raggiunsero ogni angolo del mondo, anche l’America, da dove portarono indietro gli ananas e la mela di zucchero che troneggiano ben visibili sulle tavole imbandite affrescate a Pompei e in mosaici, statue e bassorilievi romani".

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