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Arte: 170 inediti di De Chirico nel secondo volume del suo Catalogo Generale

30 giugno 2015 | 13.17
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Particolare dell'immagine di copertina del secondo volume del Catalogo Generale di Giorgio De Chirico
Particolare dell'immagine di copertina del secondo volume del Catalogo Generale di Giorgio De Chirico

Un percorso completo nel mondo di Giorgio De Chirico, 478 opere tra dipinti, acquerelli e disegni, molte sconosciute al grande pubblico e raccolte in un solo volume. Esce 'Giorgio de Chirico. Catalogo Generale - Opere dal 1910 al 1975, vol. 2', il secondo volume del Catalogo generale di Giorgio de Chirico a cura dell'omonima Fondazione, un anno dopo la pubblicazione del primo ('Opere dal 1912 al 1976 vol. 1', Maretti Editore) edito nel giugno 2014. Il nuovo volume raccoglie un insieme di opere dell'artista, ritenute autentiche dalla Fondazione, che nel 2016 celebrerà trent'anni di attività nella tutela dell'opera artistica e intellettuale di de Chirico.

Come per il primo volume, questa nuova raccolta di opere (con numerazione dal 451 al 928), presenta lavori non pubblicati nella catalogazione originaria a cura di Claudio Bruni Sakraischik (1971-1987). Nel volume, molte sono le opere sconosciute al grande pubblico in quanto appartenenti a collezioni private, quindi anche fuori dall'ambito degli studi, tra le quali risultano circa 170 inediti.

In questo insieme di opere, il lavoro di De Chirico appare, ancora una volta, come un 'tutt'uno' completo nelle sue diverse espressioni, soggetti e mezzi tecnici. Tra le sorprese che il secondo volume offre, si trovano delle miniature dipinte su avorio esposte nel 1954 alla Galleria Barbaroux di Milano, e un insieme di gioielli ideati, disegnati e firmati da De Chirico a partire dagli anni Quaranta.

Assoluta novità nell'iconografia dechirichiana si scopre nel 'Ritratto della Signora Rondi Gariboldi' (1973), dove la signora dalla chioma bianca è affiancata da un manichino. Presenti in catalogo sono le tre opere della collezione di Alberto Sordi, un 'Ettore e Andromaca', un' Trovatore' e un 'Cavalieri nel paesaggio' (anni Cinquanta), oggi esposte eccezionalmente alla Gnam nella sala dedicata al lascito Isabella Pakszwer Far del 1987.

Si apre quindi un nuovo e inedito panorama partendo da 'L'énigme d'un après-midi d'automne', il primo quadro metafisico dipinto a Firenze nel 1910, fino all'ultimo periodo neometafisico, tra i cui massimi esempi compare 'Orfeo trovatore stanco' (1970). Il terzo volume dell'opera è previsto per il 2016.

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