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Premio Strega: il vincitore Lagioia, la mia 'Ferocia' ora la sperimentano i greci

03 luglio 2015 | 08.47
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Lo scrittore Nicola Lagioia (Foto dal suo suo profilo Twitter)
Lo scrittore Nicola Lagioia (Foto dal suo suo profilo Twitter)

"La ferocia di solito fa più danni che altro, come sta sperimentando il popolo greco in questi giorni. L’alito del fallimento, che si avverte quando si scrive un romanzo, soffia sull’Italia e sulla Grecia. Se fallisce la Grecia è un fallimento anche per la Germania. Siamo tutti sulla stessa barca. Senza l'euro non c'è l’Unione Europea". Nicola Lagioia, fresco vincitore della 69esima edizione del Premio Strega, racconta così il suo romanzo 'La ferocia' (Einaudi) che ha sbancato il Ninfeo di Villa Giulia aggiudicandosi 145 voti.

Lo scrittore barese, che parla del suo libro come di "una scommessa", spiega: "L'unica cosa che mi interessa della ferocia è l’antidoto. La ferocia è l’istinto alla prevaricazione. Noi, però, siamo tra quei pochi animali in grado di estirpare questo istinto".

In testa fin dalle prime battute del voto, Lagioia ha subito distanziato gli altri concorrenti che hanno composto la cinquina del 2015. "Il libro – sottolinea ancora – non era scritto per andare allo Strega e ha fatto molta strada da quando ha iniziato la sua marcia nel 2009. Con una squadra di lavoro come quella dell’Einaudi, abbiamo realizzato oltre 100 presentazione in circa otto-nove mesi in giro per l’Italia. Dedico in primo luogo la vittoria proprio all’Einaudi". Lagioia ha poi dedicato il premio a sua moglie Chiara che, in abito rosso lungo, lo ha affiancato sul palco del Ninfeo, bevendo il classico Strega insieme al marito subito dopo la sua proclamazione. "Mi è stata accanto fin dalle prime fasi della scrittura", ha detto l'autore.

Francesco Piccolo presidente del seggio, deve migliorare la limpidezza del voto

Al secondo posto si è piazzato Mauro Covacich che con ‘La sposa’ pubblicato da Bompiani, ha incassato 89 voti. Un libro che, per Elisabetta Sgarbi direttrice editoriale della Bompiani, "ha una marcia in più in quanto è una raccolta di racconti legati tra loro che riportano una forma di scrittura molto alta. Credo che il racconto avrà un futuro che l’editoria e il grande pubblico oggi ancora non riescono a capire".

Terzo gradino del podio per il volume firmato Elena Ferrante, per il quale ha votato il presidente del seggio Francesco Piccolo, 'Storia della bambina perduta' (E/O) che ha ottenuto 59 voti. "Il suo libro - riflette Piccolo - segnerà questi anni".

"Sono molto affezionato -dice più in generale Piccolo- al premio Strega e non dall’anno scorso. Ovviamente ha un sacco di difetti e pregi, deve migliorare nella limpidezza del voto, ma io attribuisco molte colpe anche ai votanti: tutti dovrebbero leggere i libri e votare quelli che hanno apprezzato di più. Non credo che succeda per tutti. Questa specie di baraccone che si fa l’ultima sera un po’ ci rappresenta e un po’ bisogna accettarlo con spirito ironico".

Franceschini, tensioni e polemiche sono prove di una competizione vera

Tornando sul caso della 'misteriosa' Ferrante, Elisabetta Sgarbi rimarca che "è un’autrice che ha un’ottima qualità di scrittura e che gioca a non farsi intercettare. Mi viene da pensare -osserva- che c’è un certo sbilanciamento tra la generosità degli altri autori che si mettono in gioco con chi deve giudicare, e un’autrice che, avendo nel Dna l’assenza fisica, non c’è. Mi pare qualcosa di leggermente sfalsato rispetto al gioco che in tutti questi anni abbiamo visto. Credo che nascondersi e creare un mistero intorno a se stessi è una forma di pubblicità".

Al quarto e quinto posto, entrambi con 37 voti, sono arrivati Fabio Genovesi, con 'Chi manda le onde' (Mondadori), giunto al Ninfeo di villa Giulia con lo "spirito di un turista anche perché mi accontento di aver vinto lo Strega giovani", e Marco Santagata con 'Come donna innamorata' (Guanda).

Come da tradizione, il Ninfeo di villa Giulia ha ospitato un parterre de roi, a partire dal ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, seduto al tavolo con Stefano Rodotà, Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Bellonci e Luigi Abete. "Il premio Strega -scandisce il ministro- è un evento importante per Roma, per l’editoria italiana, per gli autori. Si presenta sempre con il suo corollario di tensione e di polemiche che sono tutte prove di una competizione vera". Seduti ai tavoli, tra gli altri, c’erano anche l’assessore alla Cultura di Roma Giovanna Marinelli, l’ex assessore capitolino Umberto Croppi, lo scrittore Sandro Veronesi, Dacia Maraini e Paolo Mieli. Su 460 aventi diritto, hanno votato in 368 (pari all’80,21%) di cui 276 con voto elettronico e 92 con voto cartaceo. E’ stata registrata una scheda nulla.

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