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Mostre: Milano, il Paese di Cuccagna al Castello Sforzesco

05 luglio 2015 | 14.32
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Il paese della cuccagna, incisione su carta (1703), dalla Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli
Il paese della cuccagna, incisione su carta (1703), dalla Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli

Dal 9 luglio all’11 ottobre prossimi sarà visitabile, nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco di Milano, la mostra 'Il mito del Paese di Cuccagna. Immagini a stampa dalla Raccolta Bertarelli'. Inserita nel programma ExpoinCittà, la rassegna curata da Giovanna Mori e Andrea Perin , in collaborazione con Alberto Milano e Claudio Salsi , racconta appunto, attraverso oltre 150 opere databili dal XVI al XX secolo, il mito del Paese di Cuccagna, un luogo immaginario in cui la vita scorre senza doveri e preoccupazioni, fra tavole imbandite e abbondanza di cibi prelibati, in un mondo alla rovescia dove i vizi diventano virtù.

L’esposizione si fonda su un nucleo espositivo costituito da immagini che testimoniano la fortuna di tale mito da cui si sviluppa un racconto attraverso immagini a stampa a larga diffusione, accompagnate da preziose e rare grafiche d’arte di autori quali Dürer, Aldegrever, Solis.

Il percorso della mostra si sviluppa in nove sezioni e ha lo scopo di analizzare le origini, i nuclei tematici e gli sviluppi del Paese di Cuccagna in un racconto che, seguendo la traccia della tradizione letteraria viene narrato attraverso modelli iconografici, spesso autonomi rispetto ai testi.

Colpisce il successo del soggetto che si ripropone invariato lungo i secoli a testimonianza del perdurare di questo immaginario. Il Paese di Cuccagna nasce come risposta sociale alle condizioni precarie delle classi inferiori, offrendo un contesto immaginario in cui tutti sono ricchi e hanno a propria disposizione qualsiasi cosa desiderino: abiti, cibo, bellezza, giovinezza. Lavoro, fatica e gerarchia sono aboliti.

L’aspetto più duraturo di tale tradizione è quello legato all’immaginario culinario: cibi e bevande costituiscono la stessa natura del paesaggio caratterizzato da fiumi di vino, monti di ricotta, pioggia di capponi arrosto e architetture commestibili di lasagne, formaggi e prosciutti.

Nel corso dei secoli gli altri temi vengono meno e rimane l’idea di una sovrabbondanza culinaria e di un luogo di piaceri e delizie ormai privo di ogni connotazione di critica sociale. Alle opere appartenenti alla Raccolta Bertarelli, si affiancano incisioni provenienti dalla collezione privata di Alberto Milano, storico consulente dell’Istituto e profondo conoscitore della stampa a larga diffusione.

A queste stampe si aggiungono volumi di riferimento, conservati in importanti Istituti milanesi, quali l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, la Biblioteca Nazionale Braidense, la Biblioteca Comunale Centrale Palazzo Sormani e Apice (Archivi della Parola, dell ’Immagine e della Comunicazione Editoriale).

La Raccolta delle Stampe Bertarelli fu aperta al pubblico nel 1927, per valorizzare l’ eccezionale raccolta di 300.000 stampe che il collezionista Achille Bertarelli (1863-1938) aveva donato al Comune di Milano alcuni anni prima. Oggi la Raccolta, grazie a numerose donazioni ed acquisti, conta circa un milione di esemplari e rappresenta un’istituzione uni a al mondo per la varietà degli esemplari che coprono tutti gli aspetti della storia dell’incisione.

La pubblicazione che accompagna la mostra, per le Edizioni ETS, contiene saggi di Giovanna Mori, Andrea Perin, Alberto Milano e uno specifico intervento di Claudio Salsi che presenta un’inedita geografia delle Cascine milanesi dai nomi bizzarri, evocanti sia l’abbondanza sia la miseria, da 'Cuccagna' a 'Mancatutto'.

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